MARTINA PRANDINA
Cronaca

Bimbi ricoverati e malati: la fondazione che assiste le mamme nelle cliniche Mangiagalli e De Marchi

Le Visitatrici per la Maternità - Ada Bolchini dell’Acqua aiutano e danno conforto nei reparti di Terapia intensiva neonatale. Garantito anche sostegno economico alle madri in difficoltà

Maria Giulia Piovene Porto Godi, Vice Presidente e Visitatrice al pronto soccorso di Ginecologia (Canella)

Maria Giulia Piovene Porto Godi, Vice Presidente e Visitatrice al pronto soccorso di Ginecologia (Canella)

Milano, 28 febbraio 2024 – “Tempo fa ho conosciuto una mamma che abitava a Milano, lei e il marito sono architetti, e fin da subito ho sentito particolare simpatia per lei. Quando abbiamo iniziato a chiacchierare, questa donna si è messa a piangere perché i medici le avevano scoperto un tumore al viso mentre era incinta di una bambina (la terza dopo due maschietti, ndr ). Nel corso dei mesi questa signora è diventata un’amica. Lei è guarita, ancora oggi ci telefoniamo". Mentre racconta, è rotta dall’emozione la voce di Franca Righi Marcello, volontaria Fondazione Visitatrici per la Maternità - Ada Bolchini dell’Acqua. Una realtà che ha compiuto cent’anni ed è composta da quindici volontarie, molte signore pensionate che, oltre ad accudire i propri nipoti, trovano il tempo per occuparsi dei loro “piccoli nipotini della Mangiagalli”.

“Noi ‘visitatrici’ – spiega Maria Giulia Piovene Porto Godi, vicepresidente della fondazione, che si trova al pronto soccorso di ginecologia/ostetricia – svolgiamo il servizio di volontariato tutta la settimana, alternandoci alla mattina dalle 9, per poi proseguire al pomeriggio". Lei, assieme a sei volontarie, accoglie le madri "facendo da filtro tra l’ingresso e l’accettazione". A seconda dell’urgenza, fanno passare le donne in dolce attesa o con altri problemi.

"Quando si presenta un’emergenza di altro tipo, come una violenza sessuale, accompagniamo queste donne o ragazze al centro anti-violenza ‘Soccorso, Violenza Sessuale e Domestica’ (SVSeD), che fa parte del pronto soccorso, dove le vittime vengono ascoltate", svela la vicepresidente. Tutti i giorni, le visitatrici - come si chiamano le volontarie della Fondazione – vengono a conoscenza di tante storie di future madri e bambini, come quella di una signora che ha dato alla luce il bebè direttamente in pronto soccorso. "È stato un momento emozionante per tutte", racconta Franca.

Altre volte si viene a contatto con storie drammatiche, come quelle delle vittime di abusi di cui si occupa il centro SVSeD formato da un’équipe di ginecologhe, psicologhe, assistenti sociali, infermiere e ostetriche per dare una prima assistenza e per poi offrire alle vittime percorsi specifici per superare il trauma.

La fondazione è costituita anche da una segreteria che ha il compito di accogliere le madri in difficoltà, segnalate dalle assistenti sociali, e di fornire a loro i prodotti di prima necessità per i figli, per esempio latte, vestitini e pannolini donati da grandi aziende o da fondazioni.

"Ogni anno accogliamo una ventina di famiglie, tra cui molte madri straniere. La nostra gestione si basa sul ‘Libretto Verde’, un’agenda che risale al 1946, che all’inizio raccoglieva gli indirizzi delle visitatrici", racconta Francesco Poschi Meuron, presidente della fondazione. Nel 2013 l’associazione ha istituito “Casa Costanza” che è un appartamento composto da 10 posti letto, con cucina e sala in comune, dove alloggiano le madri che hanno i figli ricoverati nei reparti di Terapia intensiva e neonatale nelle cliniche Mangiagalli e De Marchi.

Casa Costanza rappresenta per queste donne - arrivate qui da tutta Italia o da Paesi stranieri - un sostegno economico. "Di sera, le madri si fanno compagnia condividendo la propria ‘pena’ o la gioia della giornata – racconta emozionata Daniela Ranzonio Ghiringhelli, visitatrice che si occupa della segreteria –. Ci sono tante storie che ci colpiscono e a distanza di anni alcuni genitori ci mandano le foto dei figli cresciuti, ci scrivono o vengono a trovarci". Così le visitatrici prendono a cuore le future o neo mamme che incontrano nei corridoi del reparto ginecologico.

“Una mamma, grazie anche agli altri genitori conosciuti a Casa Costanza, ha creato un calendario, che poi ha regalato alla fondazione, dove per ogni mese dell’anno c’è la foto di un neonato prematuro, in incubatrice, con accanto l’immagine del bambino cresciuto", racconta il presidente mostrando con orgoglio il calendario. Storie e vite salvate. Più forti degli ostacoli durante la gravidanza o il post partum, come succede alle tante donne che si rivolgono all’associazione per chiedere aiuto. Storie come quella accaduta undici anni fa a Chiara Corbella Petrillo, che ha sacrificato la sua vita morendo a 28 anni per un carcinoma alla lingua, rimandando le cure per dare alla luce il suo bambino, raccontata nel libro “Siamo nati e non moriremo mai più”.

I medici Enrico Fagnani e Federica Di Bernardino mostrano il reparto di Audiologia, inaugurato nel 1988 con locali ristrutturati grazie ai fondi ottenuti durante una puntata della trasmissione televisiva “Telemike” e con l’aiuto anche della prima logopedista italiana, Adriana De Filippis, e del professor Massimo Del Bo.

A partire dal 2015 il reparto è stato rinnovato mediante anche l’"Umanizzazione Pittorica": creazioni artistiche di Sally Galotti, una designer d’interni a Forlì, che ha raffigurato sulle pareti molti personaggi della Disney (non solo nel reparto di audiologia della Mangiagalli ma nelle Pediatrie di tanti altri ospedali italiani, ndr). I dipinti sono stati donati dalla Fondazione Visitatrici per la Maternità Ada Bolchini Dell’Acqua e dalla Fondazione Delle Piane, con il contributo dei sostenitori del reparto di Audiologia. Raffigurazioni che allo stesso tempo distraggono e incantano i bambini rendendo il ricovero e la terapia, per quanto possibile, meno pesanti.

mail: martina.prandina@ilgiorno.net