MILANO – Le indagini sulla vendita di farmaci illegali nella Chinatown milanese sono partite da un volantino affisso al muro pubblico di alcune vie del quartiere, era il 2021, dopo il maxi sequestro dei medicinali tossici, si è arrivati oggi all’avviso di conclusione indagini nei confronti di sei cittadini italiani, nati in Cina, di età compresa fra tra i 40 e i 70 anni, che a vario titolo gestivano il traffico e la vendita di questi “integratori alimentari“ che avrebbero dovuto rinforzare le difese immunitarie. Promettevano miracoli, e invece, erano velenosi come le sostanze che contenevano, tra tutte sono state trovate tracce di arsenico.
A notare questi volantini che erano affissi in via degli Adelardi, in via Messina, in Giordano Bruno era stata la Guardia di finanza.
Uno dei volantini era esposto nella vetrina dell’erboristeria “Tong Ren“ e pubblicizzava la vendita di un integratore alimentare in grado di proteggere da alcune malattie gravissime, prometteva di fornire anche una protezione contro il Covid.
“Ritenendo che la pubblicità di prodotti naturali con l’attribuzione di specifiche finalità terapeutiche possa indurre in errore il consumatore finale che viene indotto a credere che il rinforzo delle difese immunitarie possa offrire un protezione contro le malattie - si legge nelle carte - i militari hanno sequestrato 1.986 farmaci illecitamente posti in commercio e di 424 compresse di integratori alimentari di dubbia provenienza”.
Gli investigatori hanno poi sottoposto gli “integratori alimentari” all’analisi di laboratorio dell’Università degli Studi di Milano.
Il dipartimento di Chimica ha accertato che l’effettiva composizione era “dannosa per la salute”. I campioni analizzati avevano, fra l’altro, una composizione diversa da quella dichiarata. In particolare dalla relazione depositata in Procura è emerso che gli integratori contenevano metalli pesanti tossici per l’organismo.
I prodotti erano stati messi in commercio in sei erboristerie, i cui titolari cinesi, sono stati tutti denunciati alla Procura per “esercizio abusivo della professione, somministrazione e commercio di medicinali guasti e frode nell’esercizio del commercio”.
Le indagini, coordinate dal dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, avevano appurato che i prodotti sequestrati avrebbero generato un giro d’affari di oltre un milione di euro. In particolare è stato rilevato un “considerevole numero di metalli pesanti potenzialmente dannosi (...), non solo arsenico, ma anche mercurio, cadmio, piombo, nichel, cromo e alluminio, di un antibiotico della famiglia delle tetracicline, di idrocarburi alifatici pesanti, naltrexone, sostanza antagonista farmacologicamente somministrata per ridurre il desiderio di assumere alcolici e droghe oppiacee”.
Tutto ciò, avvenuto in violazione delle direttive europee recepite dall’Italia, per cui gli integratori alimentari per essere venduti devono rispondere a precise prescrizioni in tema di sicurezza igienico-sanitaria, di informazioni al consumatore e devono essere somministrate sotto controllo medico. Le erboristerie esponevano questi prodotti sugli scaffali in libera vendita anche a prezzi molto alti, un integratore era venduto a 250 euro a confezione. A Chinatown non è la prima frode sui farmaci, nel 2017 furono sequestrati 30mila confezioni di farmaci pericolosi per la salute. L’operazione, allora, era stata compiuta dall’unità antiabusivismo della polizia locale. Un cinese con precedenti specifici era stato sorpreso a vendere sia farmaci da banco sia antibiotici e antiinfiammatori acquistabili solo con ricetta medica.