Fine dell’"Acampada". La mozione condanna il massacro a Gaza ma non taglia gli accordi

Dopo Bicocca gli occupanti tolgono le tende anche dalla Statale. Ma scatta il corteo sotto il consolato americano. E la protesta continua.

Fine dell’"Acampada". La mozione condanna il massacro a Gaza ma non taglia gli accordi

Fine dell’"Acampada". La mozione condanna il massacro a Gaza ma non taglia gli accordi

Le macerie di Gaza portate simbolicamente nel cuore di Milano, in via Festa del Perdono. Nessuno street artist dietro l’opera che ricorda il dramma che sta vivendo la popolazione della Striscia, ma i ragazzi che fino a ieri occupavano il cortile e il corridoio che porta all’aula magna della Statale. La “coincidenza” del luogo in cui erano state lasciate le masserizie portava a pensare, agli occhi di chi passava, anche a una barricata preparata per chiudere il portone d’ingresso principale dell’ateneo mentre era in corso proprio il Senato accademico straordinario - ottenuto dagli occupanti - che avrebbe dovuto esprimersi anche sulle sorti degli accordi con le università israeliane, la Reichman su tutte.

Uno sbarramento che era guardato con molta apprensione dai vertici dell’università perché bloccava il passo carraio e l’accesso anche a eventuali mezzi di soccorso. Ma dopo momenti di incertezza sulle possibili mosse degli occupanti o dell’ateneo, sotto l’occhio attento della Digos i ragazzi hanno deciso in assemblea di smobilitare. Scope e sacchi di plastica alla mano, hanno iniziato a ripulire l’area e a smontare le tende che avevano picchettato il 10 maggio, lasciando infine l’università nel tardo pomeriggio di ieri. Non per chiudere però la protesta: la mozione approvata a maggioranza (22 i favorevoli su 29 presenti, 7 gli astenuti) non è stata la chiave di volta.

Nel testo si esprime "la propria condanna dell’escalation di violenza in atto a Gaza (come aveva fatto il Politecnico, ndr), che ha comportato la morte di decine di migliaia di civili e la distruzione della gran parte degli edifici scolastici". "Va ribadita con forza, di conseguenza, la richiesta del cessate il fuoco immediato", si sottolinea mentre sulle richieste di interrompere gli accordi con gli atenei israeliani si ricorda la linea presa dalla Crui, la conferenza dei rettori: "In piena coerenza con la finalità della interazione tra culture, la Statale di Milano intende proseguire la collaborazione scientifica con le università straniere di ogni Paese". Infine il Senato Accademico ha chiesto "la cessazione dell’occupazione degli spazi delle sedi universitarie, denunciando con forza la situazione di crescente gravità e progressivo degrado". E auspicando "che, anche attraverso la concessione di spazi specifici, venga immediatamente restaurato il diritto a una legittima libertà di espressione e civile protesta in modo da garantire il diritto costituzionale allo studio e al libero accesso a tutti i locali dell’ateneo dell’intera comunità accademica". Diritto che era stato rivendicato in mattinata anche in un manifesto firmato dalle liste studentesche di centrodestra, “Siamo futuro!“, “Studenti per le libertà“, “Universitari liberali“ e dall’Ugei, Unione Giovani Ebrei d’Italia.

Sulle motivazioni della smobilitazione di via Festa del Perdono e sulle prossime iniziative si annuncia un comunicato, che sarà diramato nelle prossime ore, ma nel frattempo dall’Acampada milanese spiegano che "dopo le scandalose conclusioni del Senato accademico, studenti e studentesse escono in corteo spontaneo per raggiungere il corteo cittadino sotto il consolato statunitense". Come avevano fatto gli studenti del Politecnico poche ore prima, "in risposta ai criminali attacchi di ieri dell’Idf (le forze armate israeliane, ndr) sulla popolazione palestinese confinata a Rafah".

Simona Ballatore

Federico Dedori