Fidanzatini si sfregiano come Jocker: la verità nel racconto della ragazza

Cassina: si feriscono a vicenda sul volto e fingono una rapina. "Una prova di resistenza al dolore"

Joker, personaggio di Batman

Joker, personaggio di Batman

Cassina de' Pecchi (Milano), 12 gennaio 2021 - “Spinte autolesionistiche fra i ragazzi purtroppo sono sempre esistite, ma il lockdown potrebbe avere acuito una situazione di disagio in una vicenda di pura sofferenza umana”. Ciro Cascone, il procuratore dei minorenni di Milano si deve occupare anche della terribile storia dei due fidanzatini che si sono inflitti l'un l'altra delle ferite al volto. Un modo “per testare la resistenza al dolore”, come lui avrebbe raccontato. 

Servirà “un grande aiuto”, più che la durezza della legge per leggere quel che è avvenuto fra il 17enne di Cassina de' Pecchi, nel Milanese, e la 14enne ricoverata al Niguarda. Lei è in cura per i segni sul volto, due tagli ai lati della bocca che hanno fatto temere l'emulazione del “Glasgow smile”, pratica degli hooligan britannici che farebbe somigliare chi vi si sottopone al Joker, l'antagonista di Batman, al centro di un celebre film del 2019. Lui invece è stato denunciato per sfregio, reato recentemente introdotto dalla riforma del Codice Rosso. Ma qui non si tratta di uno dei tanti casi di aggressione all'interno della coppia, ma del gioco terribile di due adolescenti che si provocano dolore a turno. Lunedì, al pronto soccorso di Cernusco sul Naviglio, uno dei tanti ospedali dell'hinterland, i due studenti delle superiori si sarebbero presentati accompagnati da un genitore raccontando di essere stati aggrediti da una banda di coetanei all'uscita della metropolitana. “Sono sbucati all'improvviso, ci hanno circondati e colpiti in faccia con una lama”. Una versione alla quale il medico di guardia non ha creduto. Un'intuizione confermata fin dai primi riscontri dei carabinieri.

Il racconto che il ragazzo, alla fine, si rassegna a fare rivela tutto un altro scenario: “Siamo stati noi”, ha ammesso con i miliari. Impugnato un taglierino, avrebbe infierito sul volto della compagna, prima che lei facesse lo stesso. Le ferite su di lui sono meno gravi, quelle sulla pelle di lei invece saranno cancellate dal paziente lavoro del chirurgo plastico. Il dolore, il sangue e poi la consapevolezza che bisognava chiedere aiuto. Sotto choc le famiglie, descritte dagli inquirenti come “normali”. I fatti vanno ben oltre la pericolosa dinamica dell'imitazione di un film. “Fare questo accostamento è un errore – aggiunge Cascone – non sappiamo ancora quali fossero le loro reali intenzioni”. Sarà forse la stessa 14enne che sarà ascoltata nelle prossime ore a dare un'interpretazione autentica. Di certo, nessuna delle persone che conoscono entrambi immaginava nulla. Nessuno dei due è mai stato seguito dai servizi sociali, né la scuola avrebbe mai fatto segnalazioni sul loro conto. “Un episodio estemporaneo, ingiustificato, lontano dalla vita di entrambi”, secondo chi è al corrente della situazione. Nel quale l'isolamento e l'inattività forzata di questa lunga pandemia potrebbero aver agito come catalizzatori.

 

 

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