Festival Universitario a Milano, in 3.500 per parlare di futuro e risolvere i nodi. Primo: il caro-affitti

In 3.500 all’iniziativa al Talent Garden per parlare di formazione, lavoro ma anche socialità ritrovata. Focus sulla salute psicologica degli studenti dopo tre anni di pandemia, stress e crisi economica

Studenti al festival interuniversitario a  Milano

Studenti al festival interuniversitario a Milano

Buona la prima e ci sarà sicuramente il “bis“, sempre a Milano: ieri il primo Festival Universitario ha ospitato - dal mattino a notte fonda - oltre 3.500 persone a rotazione negli spazi del Talent Garden di via Calabiana. "Siamo entusiasti della risposta - sottolinea Leonardo D’Onofrio, ideatore e fondatore di University Network, la community che raccoglie un milione di studenti in tutta Italia -. Funziona come momento di formazione ma anche di divertimento e dà un segnale anche agli adulti: si sono alzati tutti di prima mattina, il sabato, per partecipare, per incontrarsi". Per rivendicare che Milano è una città universitaria e vuole continuare a esserlo. "Mi è sembrata una bella occasione per capire come si muove il mondo del lavoro, ma anche per riprenderci un po’ di socialità che è tanto mancata - ammette Chiara Dietti, studentessa di Mediazione linguistica della Statale -. Io ho cominciato praticamente in piena pandemia: il primo anno a Milano non ho conosciuto nessuno, tutto a distanza". E si fa fatica a ripartire, non lo nasconde.

All’ordine del giorno il tema della salute psicologica. "Credo sia da affrontare necessariamente", sottolinea. Massimiliano studia Scienze internazionali: "Sono qui per ascoltare più esperienze possibili: prima cercavamo di raccogliere informazioni leggendo sul web, qui lo facciamo vivendo". Altro tema sentitissimo è quello degli affitti. Al Talent Garden c’è anche chi, come Francesco Galioto, è fuorisede, ma a Bologna. Origini siciliane, la sua prima scelta era Milano: "Non sono stato preso al Politecnico purtroppo, anche se adesso mi trovo bene. Ne ho approfittato oggi per raggiungere le mie amiche ormai diventate milanesi doc", sorride. E insieme si mettono a tracciare un confronto tra le due città. "Sul lato sociale - dice Francesco - forse Bologna sembra un po’ più universitaria perché è più piccola e se esci di sera vedi solo studenti.

Anche se poi una volta laureati può rivelarsi una ’condanna’. Il costo della vita e gli affitti sono più alti a Milano, ma Bologna non scherza". Melissa Mazzara, 22 anni, studia Giurisprudenza in Bicocca ha puntato su Milano "per le opportunità sul fronte lavorativo, anche se ambientarsi in una grande città non è semplice e lo stile di vita è diverso". "Paghiamo 560 euro a testa più o meno, escluse le spese - fa i conti la coinquilina, Eleonora Farrugia -. Sono qui per un master al Politecnico e sto facendo un tirocinio per alleggerire i miei. Non riesco a mantenermi e a pagare l’affitto ma almeno penso io alle spese". Noemi Camparasana, 23 anni, ha optato per Sesto San Giovanni e un bilocale a 700 euro: "Mi ero già innamorata di Milano, città del design. Si fanno sacrifici ma sono contenta di essere qui". In tanti hanno condiviso esperienze nel “Corso di sopravvivenza per fuorisede“ con Stefano Maiolica, in arte “Un terrone a Milano“ e Tommaso Conte, volto di Milano Says. Dritte da chi è arrivato sette anni fa da Salerno e da chi è nato e cresciuto a Milano. "Attenzione anche alle truffe, sempre in agguato quando si ha l’ansia di trovare casa - racconta Stefano -. Ma vivete Milano, vivetela tutta. Perché non è una città che vi sbatte in faccia la sua bellezza, è tutta da scoprire".

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