Mettersi nei panni dei ragazzi e guardare le città coi loro occhi. Per coglierne sogni e bisogni nasce il Festival dell’Adolescenza, l’idea è di due Comuni, Vimodrone e Cologno, e a loro si sono uniti altri dieci centri dello Spazio Giovani. L’iniziativa verrà lanciata il 15 novembre alle 18 all’auditorium Matteotti di Cologno con con un talk aperto al pubblico. "Vimodrone è un laboratorio di sperimentazione e innovazione sulle politiche giovanili - dice il sindaco Dario Veneroni - dal play district che accoglie più di 3mila ragazzi l’anno, alle sale studio aperte 24 ore su 24, alla rete Spazio Giovani Martesana che unisce 12 Comuni e si rivolge a un bacino di oltre 400mila under 25".
"Un primo passo verso un dialogo autentico e reciproco tra genitori e figli - aggiunge Stefano Zanelli, primo cittadino di Cologno - un’occasione importante che getta le basi per un appuntamento annuale in cui, a partire da maggio, convergeranno le riflessioni di esperti di ogni campo, chiamati a spiegare l’adolescenza non solo come fenomeno anagrafico, ma anche come vero e proprio territorio di transizione che caratterizza la vita di ogni comunità". Un’età "fra ansia e difficoltà di condividere", spiegano gli organizzatori. L’ambizione è quella di aprire un canale con il mondo adulti. Per gettare le basi, l’appuntamento con chi si occupa della materia da sempre, venerdì prossimo ci saranno Massimo Silvano Galli, consulente pedagogico e direttore scientifico dei lavori del Festival, don Claudio Burgio, fondatore e presidente dell’associazione Kayrós che dal 2000 gestisce comunità di accoglienza per minori e servizi educativi per adolescenti; Mirella Granelli, formatrice e consulente per la gestione dei conflitti in ogni organizzazione (lavoro, scuola, famiglia) e Roberto Panigatti, responsabile dei Servizi alla Persona del Comune di Vimodrone e Community manager. L’idea alla base del progetto "è quella di creare uno spazio di confronto in cui possano incontrarsi generazioni differenti, che in una società sempre più frammentata e in rapida trasformazione, faticano a riconoscersi e a capirsi reciprocamente". Un obiettivo da raggiungere anche con attività condivise e un capovolgimento di ruoli che porti gli adolescenti a "insegnare" ai grandi come guardare il loro mondo.
Un esempio? La “Scuola di rap per boomer” coordinata da Mirella Granelli, in cui saranno proprio la Generazione Zeta e Alpha a spiegare a genitori, Millennials e Generazione X, in una lezione sulla storia, il senso del rap. Non mancheranno momenti ludici, spettacoli teatrali, serate a tema, corsi di danza e attività rivolte ai ragazzi. Un’occasione per superare stereotipi sull’età difficile e capire problemi e ragioni che si nascondono dietro a certi comportamenti. La serata inizierà con un "Rapperitivo", "un’occasione per conoscersi più da vicino e scambiare riflessioni informali con il pubblico".
Bar.Cal.