Festa del Perdono, insulti a Franzini e agli "sbirri"

Continua l'occupazione della Statale di Milano con attività autogestite e vandalismi condannati. Gruppi studenteschi e politici esprimono preoccupazione per insulti e tensioni legate alla situazione in Medio Oriente. Resta in attesa la decisione della Crui.

Scritte sui muri, sull’ascensore, sulle porte dei bagni. Insulti al rettore Elio Franzini, agli "sbirri" e a Madre Teresa di Calcutta. Continua l’occupazione della Statale di Milano, ma tra le attività autogestite e i collegamenti con gli universitari di Yale e della Culumbia, si fanno spazio anche i vandalismi, condannati da gruppi di studenti e anche dal consigliere comunale di Forza Italia, Alessandro De Chirico, che ha diramato alcune foto scattate da Riccardo Varini, neo eletto nel comitato di direzione di facoltà di Giurisprudenza con la lista “Studenti per le Libertà”: "La solidarietà alla popolazione di Gaza è una scusa per giocare a fare i rivoluzionari. Condanniamo con fermezza le scritte ingiuriose contro le forze dell’ordine e il rettore Franzini. Auspichiamo che gli artefici degli scempi vengano individuati, costretti a pagare le spese per il ripristino dei muri e di qualunque suppellettile danneggiato ed espulsi dalla Facoltà di appartenenza. Vanno sgomberati subito. Il diritto di critica è sacrosanto e tutelato dalla Legge, ma queste azioni non c’entrano nulla con la Democrazia".

"Si può davvero affermare la pace attraverso minacce e insulti rivolte al rettore e alla neoeletta rettrice, gridando contro chi la pensa in modo diverso, creando un clima in cui la libertà di espressione non è in alcun modo garantita, portando studentesse e studenti israeliani o ebrei a non presentarsi in università per timore di essere aggrediti?", chiede Elia Montani, rappresentante in Senato Accademico e coordinatore di Obiettivo Studenti, ribadendo che "la vocazione dell’università è la costruzione di ponti al di sopra delle mura erette tra Stati, popoli o ideologie". Intanto le tende sono ancora picchettate nell’atrio centrale e nei corridoi e lì resteranno "a oltranza", ripetono dal presidio, "fino al boicottaggio degli accordi con le università israeliane". Ieri la giornata si è aperta con una lunga scritta srotolata all’ingresso di via Festa del Perdono: "La metà del Senato accademico non condanna l’uccisione di 35mila civili palestinesi: il silenzio è complice". Il riferimento è alla mozione approvata mercoledì, che ha annunciato aiuti umanitari alla popolazione di Gaza e borse di studio ma non è entrata nel merito degli accordi - con la Reichman in particolare - evitando frasi più divisive e la parola "genocidio". Si resta in attesa di eventuali decisioni prese dalla Crui: la Conferenza dei rettori si riunirà giovedì. Si.Ba.