ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Effetto Ferragnez sui donatori di sangue: “Dopo Chiara sono tornati i giovani”

Candidature all’Avis dopo il gesto dell’influencer. Il marito salvato dalle trasfusioni prepara un evento in Duomo. Per tamponare l’emorragia di volontari in corso da anni, però, "il tema deve tornare al centro del dibattito"

Chiara Ferragni, 36 anni e 28 milioni di follower sui social, mentre dona sangue

Chiara Ferragni, 36 anni e 28 milioni di follower sui social, mentre dona sangue

Tre giorni fa Chiara Ferragni ha raccontato nelle sue storie su Instagram di aver fatto al Policlinico di Milano la sua prima donazione di sangue, invitando a fare altrettanto. L’appello dell’influencer da 30 milioni di follower non è caduto nel vuoto. Ieri mattina a Milano, davanti alla sede Avis di largo Volontari del Sangue, sono apparsi anche dei giovani per sottoporsi alla visita e al prelievo necessari per poter donare. Un evento piuttosto raro: la maggior parte dei quarantamila donatori milanesi (la metà soci dell’Avis) ha un’età compresa fra 35 e 55 anni.

“Trovare nuove leve fra chi ha fra 18 e 25 anni è un’impresa", ha ripetuto più volte Sergio Casartelli, direttore generale di Avis Milano. "Stamattina però abbiamo avuto dieci nuove candidature, quasi tutti di under 35: alcuni hanno potuto donare subito, altri si sono sottoposti ai controlli, e altri ancora non erano idonei per problemi di salute. Lo stesso si era verificato venerdì. A richiedere informazioni tramite email e i canali social ogni giorno sono stati almeno un centinaio. Difficile immaginare questi numeri senza il post della Ferragni, bravissima a centrare la questione" aggiunge Casartelli.

A presentarsi alla sede di Avis sono stati 52, "in un sabato normale registriamo dalle 70 alle 80 presenze, ma considerando che c’era il ponte il risultato è ragguardevole". L’imprenditrice ha ringraziato sui social i donatori "che lo fanno da tanto tempo e hanno salvato migliaia di vite, compresa quella di Fede".

A fine settembre infatti suo marito Fedez era finito al Fatebenefratelli per un’emorragia interna provocata da ulcere intestinali, e aveva dovuto fare ricorso ad alcune trasfusioni. Il rapper si era speso a favore della "importanza di donare il sangue", ringraziando l’Avis. "Il rapporto non si è mai interrotto. Fedez sta lavorando ad un evento che faremo insieme in piazza Duomo", rivela Casartelli. Anche il cantante però non può fare miracoli: "Nell’ottobre del 2022 a mettersi in coda alla sede milanese dell’Avis erano stati in 1.890 (a donare effettivamente, 1.394 persone), un anno dopo, ad ottobre 2023, i candidati sono stati 1.821 (donatori 1.343)".

Insomma, a bilancio, si contano una cinquantina di donatori in meno. "Gli appelli delle persone famose sono un aiuto necessario e benemerito ma il tema della donazione del sangue dovrebbe essere sempre al centro del dibattito pubblico", spiega il direttore. A Milano la situazione "non è drammatica" ma qualche preoccupazione c’è. Il totale di sacche dei donatori milanesi, in un anno, è prossimo a 70mila unità di sangue ed emocomponenti donati. "Ma tutti gli ospedali del capoluogo lombardo ne consumano ogni anno circa 120mila/130mila unità. Per soddisfare l’intero fabbisogno dei nosocomi servirebbero almeno ventimila donatori in più".