Tre giorni fa Chiara Ferragni ha raccontato nelle sue storie su Instagram di aver fatto al Policlinico di Milano la sua prima donazione di sangue, invitando a fare altrettanto. L’appello dell’influencer da 30 milioni di follower non è caduto nel vuoto. Ieri mattina a Milano, davanti alla sede Avis di largo Volontari del Sangue, sono apparsi anche dei giovani per sottoporsi alla visita e al prelievo necessari per poter donare. Un evento piuttosto raro: la maggior parte dei quarantamila donatori milanesi (la metà soci dell’Avis) ha un’età compresa fra 35 e 55 anni.
“Trovare nuove leve fra chi ha fra 18 e 25 anni è un’impresa", ha ripetuto più volte Sergio Casartelli, direttore generale di Avis Milano. "Stamattina però abbiamo avuto dieci nuove candidature, quasi tutti di under 35: alcuni hanno potuto donare subito, altri si sono sottoposti ai controlli, e altri ancora non erano idonei per problemi di salute. Lo stesso si era verificato venerdì. A richiedere informazioni tramite email e i canali social ogni giorno sono stati almeno un centinaio. Difficile immaginare questi numeri senza il post della Ferragni, bravissima a centrare la questione" aggiunge Casartelli.
A presentarsi alla sede di Avis sono stati 52, "in un sabato normale registriamo dalle 70 alle 80 presenze, ma considerando che c’era il ponte il risultato è ragguardevole". L’imprenditrice ha ringraziato sui social i donatori "che lo fanno da tanto tempo e hanno salvato migliaia di vite, compresa quella di Fede".
A fine settembre infatti suo marito Fedez era finito al Fatebenefratelli per un’emorragia interna provocata da ulcere intestinali, e aveva dovuto fare ricorso ad alcune trasfusioni. Il rapper si era speso a favore della "importanza di donare il sangue", ringraziando l’Avis. "Il rapporto non si è mai interrotto. Fedez sta lavorando ad un evento che faremo insieme in piazza Duomo", rivela Casartelli. Anche il cantante però non può fare miracoli: "Nell’ottobre del 2022 a mettersi in coda alla sede milanese dell’Avis erano stati in 1.890 (a donare effettivamente, 1.394 persone), un anno dopo, ad ottobre 2023, i candidati sono stati 1.821 (donatori 1.343)".
Insomma, a bilancio, si contano una cinquantina di donatori in meno. "Gli appelli delle persone famose sono un aiuto necessario e benemerito ma il tema della donazione del sangue dovrebbe essere sempre al centro del dibattito pubblico", spiega il direttore. A Milano la situazione "non è drammatica" ma qualche preoccupazione c’è. Il totale di sacche dei donatori milanesi, in un anno, è prossimo a 70mila unità di sangue ed emocomponenti donati. "Ma tutti gli ospedali del capoluogo lombardo ne consumano ogni anno circa 120mila/130mila unità. Per soddisfare l’intero fabbisogno dei nosocomi servirebbero almeno ventimila donatori in più".