Consiglio regionale Lombardia, Federico Romani è il nuovo presidente. E i vice?

Classe 1983, è figlio dell’ex ministro forzista Paolo. Laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi

Regione Lombardia, la prima seduta del nuovo consiglio

Regione Lombardia, la prima seduta del nuovo consiglio

Milano, 15 marzo 2023 - Il consigliere di Fratelli d'Italia Federico Romani, classe 1983, è il nuovo presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Figlio dell'ex ministro di Forza Italia, Paolo Romani, Federico è nato a Milano. Nel 2005 si è laureato in Economia Aziendale presso l'Università Bocconi di Milano. Nel 2007 ha conseguito inoltre un Master in Management nel settore dei media.

Dal 2005 matura esperienza nel settore giornalistico in aziende televisive locali dove si occupa prevalentemente di commenti politici e sportivi. Nel 2007 fonda a Monza con un gruppo di giovani appassionati di politica l'associazione "Gli Argonauti" dove si discute in maniera apartitica di problemi legati alla società moderna.

Dal 2008 a oggi è impiegato sempre nel settore tv come responsabile marketing. Nel 2009 viene eletto come consigliere provinciale della provincia di Monza e della Brianza, ricoprendo la carica di presidente della commissione Trasporti, infrastrutture ed edilizia scolastica. Nel 2014 viene rieletto nella provincia di Monza e della Brianza ricoprendo il ruolo di capogruppo. Dal 4 giugno 2020 fa parte della commissione provinciale Attivita' produttive, istruzione, formazione e occupazione.

Lo scorso dicembre, finisce nella bufera per una mail nella quale chiede la lista dei "calabresi di provenienza e/o nascita" a diverse anagrafi brianzole, da Desio a Mezzago, passando per Barlassina. Quando scoppia il caos, Romani parla "di una svista". Forse non sua, "ma dello staff". "Avevo chiesto ai miei collaboratori di raccogliere indicazioni su diverse comunità per capire le esigenze di tutti e fornire a ciascuno il resoconto della mia attività di questi anni – ha spiegato  –. Volevamo organizzarci per target, nient’altro. Probabilmente c’è stato un errore di forma”.

Il centrosinistra

"Siamo nell'aula che rappresenta la più alta rappresentazione democratica della nostra comunità. Guidarne i lavori per me è non solo un grande onore ma l'occasione unica per darne un nuovo corso fondato sulle solide radici della nostra identità". Ha esordito così Federico Romani (Fdi) nuovo presidente del Consiglio regionale della Lombardia, prendendo la parola in aula di Palazzo Pirelli dopo la sua elezione. "Certo - ha continuato - che qui ci troveranno sempre pronti all'ascolto, solo dall'ascolto si può accedere alla conoscenza per arrivare alla soluzione dei problemi". Dopo aver rivolto un ringraziamento ai suoi predecessori Raffaele Cattaneo e Alessandro Fermi, e augurando un buon lavoro a tutti, ha quindi rivolto le sue parole all'opposizione di centrosinistra: "Un augurio di buon lavoro a Pierfrancesco Majorino, candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra, per il ruolo basilare che le opposizioni hanno nella dialettica costruttiva e nel confronto democratico. L'auspicio oggi è di vedere superati certi steccati ideologici che appartengono al passato, frutto il più delle volte da prese di posizioni tanto anacronistiche quanto inutili". "Quindi - ha rimarcato il neo presidente in quota Fdi -. Basta steccati o prese di posizione standardizzate. Pensiamo invece al bene della nostra comunità, a costruire per i lombardi un avvenire migliore, il bello ovunque, in ogni singolo quartiere delle nostre città". 

L’autonomia

"La stella polare che ci guiderà sarà l'autonomia, che vuole dire responsabilità da parte di chi amministra e trasparenza responsabilità verso il popolo", ha spiegato sempre Federico Romani,  dopo la sua elezione. "L'autonomia - ha continuato  - è già prevista dalla Costituzione grazie alla lungimiranza dei nostri Padri Costituenti ed è l'occasione per ridare dignità ai territori, portandoli verso uno spirito di leale collaborazione e solidarietà e per poter essere sempre più competitivi, ad esempio nei trasporti, nell'istruzione, nel lavoro, nei rapporti internazionali, nel pieno rispetto dei diritti civili e sociali. E la capacità di visione di quest'aula di approvare nel 2008 il proprio statuto sta proprio in quella parola chiave: autonomia".

Il Covid

Nel suo discorso d'insediamento, Federico Romani, ha voluto parlare anche "degli anni del Covid che abbiamo passato qui in prima persona nella scorsa legislatura. La politica e le istituzioni in tutto il mondo hanno affrontato con coraggio una sfida ardua e senza alcun finale già scritto - ha sottolineato - e nel contrastare l'epidemia abbiamo fatto tutto ciò che ritenevamo appropriato, secondo ciò che ci indicava la scienza. E quando anche la scienza rimaneva senza parole, quello che ci indicava il buon senso", ha rivendicato. "Il conflitto che si è aperto - ha osservato Romani - probabilmente non aiuta a capire che cosa fosse giusto fare in quei momenti drammatici, ma tale conflitto di certo produce un risultato: non aiuta la democrazia, non aiuta i cittadini a capire cosa fosse giusto fare e decidere in quei momenti di fronte a un nemico totalmente sconosciuto". Ricordando che "le scelte fatte sono state esempio per i Paesi europei che dopo di noi hanno dovuto affrontare il virus", il neopresidente del Consiglio regionale lombardo ha esortato: "Serve rispetto, non sospetto. Serve dialogo, non conflitto. Nessuno, né a Milano né a Roma né nel mondo intero, sapeva cosa fosse giusto fare, ma bisognava fare". "Al di là di tutto, colleghi - ha concluso Romani - c'è qualcosa che si pone al di sopra: la volontà del popolo sovrano. Ebbene, in Lombardia, compatti e coesi, i cittadini si sono già espressi, rinnovando la loro fiducia nel presidente Fontana, una persona per bene, un uomo che agisce e ha dimostrato di farlo, solo a favore della comunità che governa".

I vice 

Giacomo Basaglia Cosentino (Lista Fontana Presidente - Lombardia Ideale) con 45 voti ed Emilio Del Bono (PD) con 25, sono stati eletti oggi vicepresidenti del Consiglio regionale della Lombardia. I votanti sono stati 78 su 78 presenti, 5 schede bianche e 1 nulla. Un voto è andato a Vittorio Feltri (FDI) e uno Vittorio Sgarbi.

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