L'imbroglione seriale colpisce ancora: Farinelli e l'affare dei lingotti d'oro dall'Uganda

Arrestato a giugno dai carabinieri di Milano, è finito nuovamente in cella. Avrebbe raggirato tre abitanti del borgo del Pavese dov’era ai domiciliari

Guido Umberto Farinelli, ex guardia giurata, in un’improbabile uniforme di Marina

Guido Umberto Farinelli, ex guardia giurata, in un’improbabile uniforme di Marina

Milano - Un giardiniere gli ha affidato i risparmi di una vita, 3mila euro, da investire in una compravendita di lingotti d’oro con l’Uganda. Nella stessa trappola sono caduti un ristoratore e un piccolo imprenditore, irretiti dalle promesse di un uomo che si è spacciato per un banchiere tornato in Italia da Dubai apposta per difendersi dalle accuse, a suo dire infondate, di evasione fiscale. Tutto falso: dietro quel manager ingiustamente inseguito dall’Erario si nascondeva ancora il quarantasettenne Guido Umberto Farinelli, ammanettato il 16 giugno 2021 dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano per una lunga serie di raggiri e ora finito nuovamente in cella, a Voghera, per lo stesso motivo.

Otto mesi fa, i segugi dell’Arma avevano ricostruito a ritroso gli ingegnosi stratagemmi architettati dall’ex guardia giurata (con zero redditi dichiarati dal 2009 in avanti) per conquistare la fiducia di poliziotti, generali delle Forze Armate, politici, medici e parenti: dalle voci di Wikipedia artatamente modificate che lo accreditavano come uno degli 007 che liberarono la giornalista Giuliana Sgrena a Baghdad o come l’agente "Ombra" coinvolto nel rapimento dell’imam Abu Omar (con tanto di citazione nel libro "Scandals" di Peter Louis Arnell) agli attestati contraffatti che lo descrivevano di volta in volta come agente segreto di fiducia dei Servizi in Vaticano, ascoltato consigliere di magistrati, vertici dell’Esercito e di Finmeccanica e laureato in Scienze strategiche all’Università di Torino. 

Un gigantesco castello di bugie, sgretolato da un’indagine certosina. A ottobre, l’uomo è passato dal carcere ai domiciliari, andando a vivere in una frazione di un borgo di tremila anime in provincia di Pavia, a ridosso del Passo del Brallo. Inizialmente, poteva uscire di casa solo per andare a fare la spesa; in un secondo momento, la misura cautelare è stata ulteriormente affievolita in obbligo di firma. Ed è proprio in questo periodo di libertà progressivamente riacquistata che Farinelli – stando a un’informazione acquisita dai militari di via Moscova e sviluppata dai colleghi della stazione di Varzi grazie alle denunce presentate dalle nuove presunte vittime – avrebbe ripreso come niente fosse la sua carriera da imbroglione seriale, riuscendo con estrema abilità a costruirsi l’ennesima biografia inventata e a convincere tre persone appena conosciute (l’elenco potrebbe allungarsi a breve) a consegnargli somme di denaro da moltiplicare con lucrosi affari sulla direttrice Italia-Africa. Di più: il quarantasettenne avrebbe tentato di spillare soldi anche a una donna residente nel Comasco. Secondo quanto appreso dal Giorno, Farinelli avrebbe contattato la signora, una vecchia conoscenza, per dirle che il padre morto di recente in realtà era vivo e che era diventato un collaboratore di giustizia in Venezuela. 

Tutto finito? No, perché l’uomo le avrebbe spiegato di essere disposto ad attivare i suoi contatti internazionali per consentire alla signora di parlare con il genitore, ovviamente dietro corrispettivo economico di 29mila euro. I vari episodi, che evidentemente depongono a favore del fatto che Farinelli ha reindossato i panni del trasformista della truffa appena gli è capitata l’occasione, hanno portato all’aggravamento della misura cautelare e al secondo arresto in meno di un anno.  

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