
Fanzine autoprodotte
Milano, 30 aprile 2017 - La collezione di fanzine (termine inglese che unisce le parole fan, appassionato di un argomento, e magazine, rivista) di viale Zara sta per arrivare a quota 600. Sugli scaffali sono in bella vista 597 mini libri autoprodotti, riviste, pubblicazioni di case editrici indipendenti realizzati da singoli o da gruppi su argomenti più svariati, dai fumetti che hanno come protagonisti toast alle «ricette in scatolette», coloratissimi o in bianco e nero, stampati come capita, alcuni rilegati a mano, che si possono sfogliare in sala lettura o prendere in prestito. È il tesoro raccolto dall’associazione culturale La Pipette Noir, prima “Fanzinoteca” in Italia a essere ospitata in una biblioteca pubblica. Quella di viale Zara 100. «Sono molto contenta – spiega Valeria Foschetti, 39 anni, fondatrice di La Pipette Noir – di aver trovato sostegno. Dal 2012 organizzo eventi per diffondere le fanzine e l’autopromozione».
Da un anno, la sede stabile è alla biblioteca di viale Zara. Non ci sono solo i volumetti da prendere in prestito: ogni mese Valeria organizza un incontro con artisti e scrittori che li creano. E ieri è stato il turno di “Toast”, fanzine autoprodotta di fumetto, illustrazione e narrativa nata a Padova nel 2014, curata dagli illustratori Alice Iuri e Tobia Maschio e dalla scrittrice Chiara Ridolfi. Per ogni numero viene scelto un tema, poi si chiamano a raccolta illustratori e creativi a livello nazionale e internazionale. Il primo, manco a dirlo, era dedicato al Toast, che dà il nome al giornalino. Qualcosa che ognuno farcisce come vuole, di poche pretese ma gustoso, che mette d’accordo tutti. Poi c’è stato «Album di figurine», con un inserto che conteneva proprio figurine. Terzo numero, «Letargo», con (tra le storie) un orso di carta da vestire.
Ancora: Riviera romagnola, Sexy Shop e, l’ultimo numero, Complotto. «Dallo sbarco sulla luna agli alieni, dalle sorti di Elvis ai Rettiliani. Ma anche i complotti quotidiani nella vita di tutti i giorni. Le teorie del complotto possono essere inquietanti ma anche avere risvolti paradossali, assurdi e comici». Per ogni numero si producono circa 200 copie vendute a 5 euro per autofinanziarsi. «Scelto il tema, diamo agli artisti libertà. Non ci sono limiti sulle tecniche» spiega Alice Iuri, grafica editoriale, mentre Chiara Ridolfi è nel settore della comunicazione. Prossimo appuntamento il 27 maggio, dedicato a Myau, «rivista graffiante, misteriosa, curiosa e sopra ogni altra cosa indipendente. Come un gatto». «Una superficie in cui convivono molteplici forme d’espressione, dalla cucina all’illustrazione allo storytelling». Per informazioni: lapipette@yahoo.it, biblioteca viale Zara 100, 02.88462823.