Famiglie di vetro: "Sotto la patina della perfezione ci sono le ombre"

La psicologa Ameya Canovi è esperta in relazioni "Il giovane assassino aveva dentro di sé un abisso" .

Famiglie di vetro: "Sotto la patina della perfezione ci sono le ombre"

Ameya Canovi è una psicologa sistemica che ha una lunga esperienza nelle relazioni familiari anche disfunzionali

"Vite e famiglie di vetro", le ha chiamate Ameya Gabriella Canovi, psicologa esperta nello studio delle relazioni familiari e della dipendenza affettiva, con una lunga esperienza di sostegno a persone imprigionate in relazioni disfunzionali. "Assistiamo attoniti a quanto è accaduto: un ragazzo ha sterminato la propria famiglia. Iniziando dal fratello, dodicenne, addormentato accanto a lui, nella stessa cameretta. Poi la madre. Infine il padre, intento a soccorrere il più piccolo. Fuori tutti. Game over - ha scritto la dottoressa nei suoi canali di divulgazione, dopo la strage di Paderno Dugnano -. Potrebbe essere nostro figlio, l’alunno in fondo a destra, il vicino di casa". Una famiglia modello, secondo le tante testimonianze raccolte fino a oggi. "Le foto li ritraggono vicini, sorridenti. Sfacciatamente “normali”. Poi il gesto, di notte, l’irruzione improvvisa de “il perturbante” direbbe Freud, dopo una festa, il compleanno del padre, un rito sereno, rassicurante tra le mura di casa". Il triplice omicidio di Paderno Dugnano lascia smarriti, ammette anche la psicologa. "Vorremmo rassicurazioni, categorie, diagnosi dagli esperti. Cerchiamo riferimenti e restiamo ammutoliti, ci scopriamo di vetro, senza un copione, senza un movente. Se non pochi indizi: mi sentivo estraneo in casa, oppresso. Non sappiamo cosa avesse dentro questo giovane, non conosciamo il suo abisso, ne vediamo l’effetto però".

Agli adulti il compito "di guardare, di guardarci per vedere. Poiché temo abbiamo preso per buona la superficie, il luccichio della patina liscia dei social. Perdendo di vista le ombre nascoste nelle pieghe, nel non detto. Il mondo emotivo schiacciato, negato, scisso. Un gesto compiuto in modo dissociato, come se a farlo fosse stato un esecutore altro, l’omino d’acciaio del video game. “Se fai fuori tutti, passi al livello due“, sembra quasi apparire la scritta". Da psicologa sistemica, per ora Ameya Canovi si sente di fare una sola supposizione. "Se sono estraneo a me stesso, mi sento estraneo a questi qui in casa. Provo a fare una strage, quasi a distruggere pezzi di me che non riconosco, così torno al ground zero. Con la speranza di un restart new game. Per accorgersi che, invece, li hai dentro tutti. E che non era una partita, ma la tua famiglia. Di cui non ti libererai nemmeno così". La.La.