ANDREA GIANNI
Cronaca

Falsi testamenti di Berlusconi, raffica di e-mail e minacce ai figli del Cav: “Accordo o tiro fuori i documenti”

Le manovre dell’imprenditore arrestato in Colombia: così cercava di spingere gli eredi legittimi a pagarlo. Dal domicilio fittizio nelle rovine della “città perduta“ alla targa consolare, gli ultimi trucchi di Di Nunzio

Berlusconi con i figli

Berlusconi con i figli

Come luogo di domicilio aveva indicato Ciudad Perdida Sierra Nevada, il celebre sito archeologico colombiano della "città perduta" fondata circa 650 anni prima di Machu Picchu. Antiche rovine scelte dall’imprenditore torinese Marco Di Nunzio, 56 anni, in uno dei tanti tentativi di truccare le carte e confondere le acque. Dalla Colombia, dove viveva da tempo, nella zona di Cartagena raccontata dallo scrittore Gabriel Garcia Marquez, l’imprenditore originario di Torino faceva partire le sue "minacce" verso Milano e Arcore, con destinatari i cinque figli di Silvio Berlusconi, cercando di "insinuarsi nell’asse ereditario" dell’ex premier scomparso il 12 giugno dell’anno scorso. Pressioni, per spingere la famiglia a trovare un accordo per "tacitare le sue pretese" e mettere le mani su una fetta del patrimonio milionario, sotto forma di "plurime diffide" all’indirizzo del notaio Arrigo Roveda (esecutore delle ultime volontà del fondatore di Forza Italia), a Fininvest, al Consiglio notarile di Milano e promuovendo un "ricorso di sequestro giudiziale dei beni".

Minacce lanciate anche attraverso un’intervista a “Report“: "Vediamo di arrivare a un accordo direttamente con la famiglia Berlusconi (...) Abbiamo un sacco di documentazione". Modalità che hanno portato la Procura di Milano a contestargli il reato di tentata estorsione ai danni degli eredi legittimi, oltre a quello di falso per quei tre testamenti olografi in cui era indicato come erede di Berlusconi, che sulla carta gli avrebbe lasciato 20 milioni di euro per "innalzare la struttura politica Forza Italia e i club Forza Silvio in Colombia", altri 6 milioni a titolo di "regalie". Poi l’imbarcazione “Principessa Vai Via“ e gli altri yacht dell’ex premier, il 2% di Fininvest, le ville ad Antigua.

Per Di Nunzio, arrestato dalle autorità colombiane per reati commessi nel Paese sudamericano tra cui quelli legati all’affaire del testamento, si sono aperte le porte del carcere. In contemporanea gli è stato notificato, attraverso l’ambasciata italiana a Bogotà, l’avviso di conclusione indagini firmato dal procuratore di Milano Marcello Viola e dal pm Roberta Amadeo. Atto che prelude a una richiesta di rinvio a giudizio, con i figli di Berlusconi che potrebbero costituirsi parti civili contro di lui. Nel corso delle indagini sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui la compagna di Berlusconi, Marta Fascina, e lo studio notarile di Cartagena dove furono depositati i testamenti sottoscritti il 21 settembre 2021. Quel giorno, come è stato dimostrato dalle indagini, Berlusconi non si trovava in Colombia ma ad Arcore, dove tra l’altro avrebbe anche firmato pratiche relative allo Spid.

Testamenti tenuti in cassaforte e tirati fuori dopo la morte dell’ex premier. Così l’imprenditore, che diceva di vivere tra le rovine di civiltà perdute e aveva anche una falsa targa automobilistica consolare, avrebbe tentato il colpo grosso.