Milano, faida tra trapper: "Hanno iniziato loro". Consulenza del Ris sulle due pistole

Si sono conclusi gli interrogatori degli undici arrestati per la rissa con sparatoria del 3 luglio in corso Como. Linea difensiva comune per (quasi) tutti

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Milano, 12 ottobre 2022 - Si sono conclusi gli interrogatori degli undici arrestati per la rissa con sparatoria del 3 luglio in corso Como. Ieri è toccato agli ultimi quattro presentarsi davanti al gip Guido Salvini: il venticinquenne senegalese Ndiaga Faye, che avrebbe materialmente sparato ai connazionali di 28 e 29 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre gli altri tre hanno rilasciato dichiarazioni spontanee simili nel contenuto a quelle messe a verbale dai trapper Zaccaria Mouhib e Mohamed Lamine Saida, alias Baby Gang e Simba La Rue.

In sintesi: sono stati gli altri a iniziare, minacciando Mouhib e dicendogli che gli avrebbero portato via le collane che aveva con sé. Linea difensiva comune per (quasi) tutti gli indagati, che hanno aggiunto di non aver mai rapinato uno dei rivali, come emerso dalle indagini dei carabinieri della Compagnia Duomo e degli agenti della Squadra mobile. Il giudice potrebbe pronunciarsi già oggi sulla richiesta di domiciliari per La Rue e su quella di scarcerazione per Paulo Marilson da Silva, entrambe avanzate dal legale Niccolò Vecchioni. Intanto la Procura ha affidato al Ris una consulenza tecnica per accertare se i colpi siano stati esplosi dalla Beretta calibro 7.65 sequestrata a Baby Gang nell’appartamento di Sesto oppure da quella trovata il 29 luglio nella cameretta di La Rue (quando fu arrestato per il rapimento di Baby Touché).

C’è pure una terza opzione: che sia stata utilizzata un’altra arma. Dall’analisi delle immagini delle telecamere è emerso che la pistola "incriminata" era in un borsello portato a tracolla inizialmente da Eliado Tuci e poi passato prima a Ousmane Pape Loum e poi a Baby Gang. I filmati hanno immortalato il gesto di quest’ultimo, che ha tirato fuori qualcosa dal borsello ("Gli eventi successivi consentono di affermare che l’oggetto in questione è la pistola", si legge nell’ordinanza) e l’ha nascosto nei pantaloni. Diciotto minuti dopo, a rissa iniziata, si vede La Rue che si avvicina a Baby Gang per togliergli il borsello e l’altro che cerca di prendere l’arma dalla cintura; la pistola scivola a terra e viene recuperata da La Rue. Un minuto dopo, Baby Gang si avvicina a La Rue per reimpossessarsi dell’arma: ci riesce e si dirige verso corso Como, ma nel parapiglia la pistola cade nuovamente. Stavolta la raccoglie Ndiaga Faye, che poco dopo, stando all’accusa, spara alle gambe dei due senegalesi in rapida successione.

Non furono quelli gli unici spari sentiti quella notte: un’ora prima, alle 4.20, l’addetto alla vigilanza di una discoteca segnalò al 112 uno scontro "culminato con l’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco". Gli agenti della Volante trovarono tre cartucce di una scacciacani, identiche a quelle poi sequestrate a casa di uno dei senegalesi gambizzati. A quell’ora, però, il gruppo di Baby Gang e La Rue, o gran parte di esso, non era ancora in corso Como, ma si era appena mosso per arrivarci da Olgiate Comasco.

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