di Marianna Vazzana
"Fai gli acquisti sotto casa, mantieni viva la tua zona". Il cartello stona in mezzo al deserto di corridoi bui e serrande abbassate, perché al mercato comunale coperto di via Moncalieri, quartiere Niguarda, non è rimasto più nessuno: spariti la salumeria, la lavanderia, il panettiere, le macellerie e tutte le altre attività che rendevano viva quell’area commerciale. La pescheria è stata l’ultima ad arrendersi, tre settimane fa. Vuote tutte le 17 postazioni. Nell’ala di fronte, con ingresso da via Valfurva, resta solo il negozio gestito da cinesi, con abbigliamento e oggettistica. "Siamo qui da 2 anni ed è una tristezza essere rimasti soli. Il passaggio non è più quello di una volta", spiega Erika Hu, la titolare. I commercianti storici hanno abbandonato il luogo uno dopo l’altro. Molti sono rimasti nel quartiere, come il fruttivendolo Mauro Pedone, da 5 mesi in un locale di via Valfurva dopo 31 anni passati nel mercato comunale: "A poco a poco è andato a morire. Gli affitti erano rimasti invariati ma le spese aumentavano sempre di più, perché erano da spalmare tra i pochi rimasti".
Per andare incontro ai più fragili c’è chi continua a fare consegne a domicilio, come Umberto Spedicato, della salumeria, gastronomia e rosticceria Alimentari Spedicato, da 20 giorni nel suo nuovo negozio di via Pianell. "Da tempo nella struttura non c’è manutenzione, l’area è sempre più ammalorata. Da parte del Comune non c’è stata volontà di valorizzarla", commenta la figlia Roberta, venticinquenne, laureata in Marketing. Il signor Umberto ha lavorato 40 anni nel mercato comunale, gli ultimi 11 da titolare. "A luglio eravamo rimasti in tre: noi, la pescheria e la macelleria equina". Da Palazzo Marino fanno sapere che "il Comune è a conoscenza della situazione e sta ragionando su come far rientrare il mercato di via Moncalieri nell’ampia progettualità che l’assessorato ha già in corso su altri mercati coperti e che vede affiancare agli esercizi commerciali attività di tipo culturale e sociale, in un’ottica di rivitalizzazione".
Negli anni sono state prese in considerazione diverse ipotesi: "L’amministrazione - sottolinea Stefano Indovino (Pd), presidente del Consiglio di Municipio 9 - aveva proposto di rilanciare la struttura sul modello di quanto avvenuto ad esempio nel quartiere Corvetto, dove i commercianti hanno creato un’associazione temporanea d’impresa prendendo in concessione il mercato. Legittimamente, qui gli operatori commerciali hanno preferito prendere altre strade. Il Comune ha anche promosso due bandi, andati deserti". Indovino fa presente che "in questo quartiere il commercio di vicinato esiste e funziona: ci sono due fruttivendoli, tre panifici, numerosi bar, due farmacie, due cartolerie e altro".
E per questo, già nei mesi scorsi, aveva proposto di creare nella struttura dismessa una "Casa della salute" con ambulatori, professionisti della salute e assistenti sociali, "cogliendo l’occasione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e sfruttando la posizione del luogo, a pochi passi dall’ospedale Niguarda. La mozione che ho presentato in Consiglio è stata approvata in maniera bipartisan". Chissà quale sarà il futuro del luogo.