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Ecco chi è Fabio Rizzi: nei guai il "soldato" del presidente

Le foto delle vacanze in Sardegna. E le lacrime dopo il sì alla riforma di GIULIA BONEZZI

Fabio Rizzi, 49 anni

Milano, 17 febbraio 2016 - "Umanamente" è dispiaciuto al capogruppo del Ncd Angelo Capelli, che ha scritto (e riscritto) insieme a lui la riforma della sanità lombarda, ma anche a molti altri e non solo in maggioranza al Pirellone, l’arresto di Fabio Rizzi che ha fatto «incazzare» il governatore Roberto Maroni e gli ha procurato la sospensione immediata dal partito, decretata dal segretario federale Matteo Salvini «per il bene suo, della verità, della Lega e dei cittadini della Lombardia».

Medico anestesista, cinquant’anni non ancora compiuti, leghista di purezza varesina dall’anno di Mani pulite, ex senatore, ex sindaco di Besozzo dal 2007 al 2012 per approdare, l’anno successivo, in consiglio regionale e diventare presidente della commissione Sanità. Era l’uomo-riforma di Maroni, quello che dal pantano delle liti di maggioranza in meno di otto mesi gli ha consegnato l’«evoluzione» del sistema sanitario dal modello ciellin-formigoniano. Stringendo un’impossibile alleanza con l’alfaniano Angelo Capelli, suo vice in commissione. Come Starsky e Hutch, o meglio come Red e Toby, nemici-amici: le bordate di Salvini ad Alfano fischiavano sopra le loro teste di soldati mentre tiravano dritto con poca ortodossia e molta strategia, in commissione e in aula, come i malumori degli alleati di Forza Italia e dei tecnici della Regione, come le proteste dell’opposizione. Gettando la riforma oltre l’ostacolo, e tutti quelli che c’erano si ricordano, la sera dell’11 agosto, il pianto inarrestabile in cui Rizzi era esploso all’approvazione in consiglio.

Un istintivo, che da leghista varesottissimo non fa mistero della passione per le vacanze in Sardegna e posa col suo pappagallo sulla spalla (Gianni). «Un ingenuo», bisbigliava qualcuno ieri, alla buvette del grattacielo Pirelli. Solo poche ore prima Rizzi era passato dai suoi uffici al terzo piano, scortato dai carabinieri che l’avevano prelevato da casa all’alba, prima di andare in carcere. Ironia della sorte, c’è finito per una vicenda di presunte tangenti legata a quell’«odontoiatria sociale» che era il suo pallino. L’idea, in sé lodevole, di assicurare la copertura delle cure odontoiatiche a quel «quasi 70% di lombardi che non se le possono permettere», spiegava. Idea non ancora tradotta in legge - atterrebbe alla fase bis della riforma, ancora in rifinitura al Pirellone -, ma presentata in lungo e in largo per la Lombardia. Slide, convegni, come quello organizzato un anno fa a Palazzo Lombardia: “Odontoiatria di comunità tra presente e futuro: dal bisogno reale alla risposta in tempo di crisi”. Aveva invitato anche Berlusconi (che disertò). C’era invece Mario Valentino Longo, suo braccio destro nella partita, a presentare il progetto di cui era responsabile (per ottantamila euro l’anno di consulenza) agli Icp. Ieri è stato arrestato anche lui, la convivente ai domiciliari come la compagna di Rizzi, infermiera ferrista. Sarà lei a occuparsi del pappagallo Gianni, che vive con Rizzi praticamente dalla nascita.