
Antonio Acerbo, sotto inchiesta per le Vie d’Acqua, ha scelto di autosospendersi da direttore lavori del Padiglione Italia
Milano, 20 febbraio 2015 - Antonio Acerbo ha firmato un accordo per il patteggiamento. L'ex subcommissario di Expo arrestato lo scorso ottobre per corruzione e turbativa d'asta, ha firmato un accordo con la Procura di Milano per patteggiare tre anni di reclusione con il risarcimento di 100mila euro. Acerbo era il delegato alle infrastrutture e responsabile del progetto Vie d'Acqua, nonché direttore construction del Padiglione Italia. Risulta indagato da settembre in relazione all'appalto delle Vie d'Acqua sud. L'ex manager è difeso dall'avvocato Federico Cecconi. Giandomenico Maltauro, consulente della Maltauro SpA, ha raggiunto un accordo con la Procura per patteggiare due anni e sei mesi con un risarcimento da 50 mila euro. Andrea Castellotti, dirigente della Tagliabue SpA, ha chiesto invece di patteggiare con l'ok dei pm due anni con pena sospesa e 30 mila euro di risarcimento. Sulle istanze dovrà pronunciarsi nel prossimi giorni il gup Ambrogio Moccia.
Secondo l'accusa, Acerbo avrebbe fatto vincere nel luglio 2013 la gara per l'appalto sulle Vie d'acqua del valore di 42,5 milioni di euro ad un'associazione temporanea di imprese, capeggiata dalla Maltauro e in cui figurava anche la Tagliabue. In cambio il figlio di Acerbo, Livio, avrebbe ottenuto nel 2012 un contratto fittizio di consulenza da 36mila euro dalla Maltauro e la promessa di altri 150 mila euro, dopo una iniziale richiesta di 300 mila euro, attraverso un altro contratto 'schermo'. Dalle indagini della Guardia di Finanza è emerso anche che sette mesi prima della gara, ossia nell'agosto 2012, Acerbo avrebbe passato a Maltauro e Castellotti una chiavetta usb con dentro "gli atti progettuali definitivi e riservati" sull'appalto. Livio Acerbo è accusato di riciclaggio e concorso in corruzione in un filone dell'inchiesta ancora aperto, nel quale sono indagati anche un manager della Tagliabue e un architetto.
La società Expo 2015 SpA è parte offesa nel procedimento. Lo scorso novembre, nel primo filone delle indagini, quello sulla presunta "cupola degli appalti", hanno patteggiato tra gli altri l'ex parlamentare Dc, Gianstefano Frigerio, l'ex funzionario Pci, Primo Greganti, e l'ex senatore Pdl, Luigi Grillo. Aveva patteggiato anche l'ex manager di Expo, Angelo Paris.