
Una folla di visitatori ha sopportato anche due ore di attesa sotto il sole per visitare la mostra di Palazzo Italia nei sei mesi dell’Esposizione universale di Milano (Newpress)
Milano, 23 novembre 2015 - Sarebbero dovuti arrivare ai primi di ottobre, poi all’inizio di novembre, ma solo venerdì scorso si è chiusa la transazione tra Expo spa e gli appaltatori per liquidare gli stipendi arretrati di giugno a una novantina di dipendenti di Padiglione Italia. Sono stati recuperati 113.382 euro, «che si aggiungono alla copertura degli oneri sociali», spiega la Cgil Milano in una nota. Saranno versati a hostess e steward. Ma la partita non è ancora chiusa. I salari saldati dal gruppo di imprese guidato da J events & communications (Jec) srl e da The Key srl, subentrata nel contratto quando le prime hanno abbandonato la commessa, sono una parte dei conti in sospeso. All’appello mancano «decine di migliaia di euro», insistono dalla Camera del lavoro di Milano. Si tratta di stipendi «non corrisposti dal mese di agosto del 2014», precisano dal sindacato, a sette dipendenti di Jec, che insieme a Euphon communication spa, Martini6 spa, Twister communication group spa l’anno scorso si aggiudica la gara per gestire gli eventi del padiglione nazionale all’Expo.
La commessa, tuttavia, è divisa in due parti. La seconda è in mano ad Arca, la centrale acquisti di Regione Lombardia. L’assegnazione però non arriva e il 28 aprile, a tre giorni dall’inaugurazione della manifestazione, gli organizzatori ricorrono in extremis a Manpower, l’agenzia interinale che aveva già vinto l’appalto per fornire cinquemila figure all’Esposizione universale di Milano. Si estende il contratto e il primo maggio Padiglione Italia apre con gli organici completi. Passa un mese e cambiano di nuovo le carte in tavola: Jec srl prende in carico tutti i servizi e in poche ore li passa di mano, a The Key, srl costituita il 18 maggio.
Gli uomini del commissario Giuseppe Sala, tuttavia, rispediscono il contratto al mittente e la faccenda finisce al Tar. A fine giugno, nuovo giro di valzer: stavolta è Arca a inserirsi nel guazzabuglio di imprese, che sostituisce con lo studio Ega srl, che a sua volta chiama Manpower per il personale. Restano con il cerino in mano circa novanta dipendenti, che non ricevono gli stipendi da giugno: Jec e The Key, infatti, si sono dileguate, lasciandosi dietro conti aperti per 190mila euro. Inizialmente Expo spa si incarica di coprirli, poi le aziende si ripresentano perché, se saldano i debiti, possono incassare 500mila euro di fatture arretrate. A ottobre anche l’Autorità anticorruzione vuole vederci chiaro. I pareri contrastanti bloccano i pagamenti per settimane, fino a venerdì scorso. Cinque mesi dopo sono arrivati i soldi per alcuni, ma non per tutti.
luca.zorloni@ilgiorno.net
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