Riapre il primo pezzo dell’Expo: Cascina Triulza a caccia di 100 eventi

Il progetto a lungo termine: dal museo dei padiglioni a startup di innovazione sociale

DIRETTORE Chiara Pennasi è alla guida di Cascina Triulza l’unico edificio già presente sul sito espositivo e destinato a diventare un centro che riunisce realtà del sociale  (Newpress)SMANTELLAMENTO In alto, strutture chiuse lungo il Decumano A sinistra le ruspe aggrediscono le cupole a forma di semi della Malesia: la struttura non sarà ricostruita altrove Sotto, il padiglione della Bielorussia: è stata smontata la ruota del mulino e ridotto a uno scheletro uno degli stand (Newpress)

DIRETTORE Chiara Pennasi è alla guida di Cascina Triulza l’unico edificio già presente sul sito espositivo e destinato a diventare un centro che riunisce realtà del sociale (Newpress)SMANTELLAMENTO In alto, strutture chiuse lungo il Decumano A sinistra le ruspe aggrediscono le cupole a forma di semi della Malesia: la struttura non sarà ricostruita altrove Sotto, il padiglione della Bielorussia: è stata smontata la ruota del mulino e ridotto a uno scheletro uno degli stand (Newpress)

Milano, 27 novembre 2015 - Il cancello è piccolo, quasi nascosto tra due alberi. Di fronte, il carcere di Bollate e la via Cristina di Belgiojoso, dove tir fanno avanti e indietro con i pezzi del grande puzzle dell’Expo. Alla guardiola sono in tre: «Dove deve andare?» «Cascina Triulza». «Prego – rispondono – da questa parte». Non serve accredito, la porta è aperta ma il percorso è delimitato. Una bolla dentro il cantiere, oltre la staccionata di metallo le ruspe divorano i semi del padiglione della Malesia. Il silenzio è quasi irreale in questa antica corte, l’unica costruzione già presente prima di Expo, che ventotto giorni fa era un brulicare di persone. Cascina Triulza, il padiglione del volontariato e delle associazioni, è il primo pezzo di Expo a riaprire dopo la cerimonia del 31 ottobre. Gli organizzatori avevano promesso di tornare operativi nel più breve tempo possibile, pur di preservare la corte dall’oblio.

In tre settimane hanno riaperto i battenti: lunedì il consiglio generale, presenti le organizzazioni che compongono Fondazione Triulza, poi la Borsa italiana del turismo associativo e cooperativo (Bitac, giovedì e ieri), con un centinaio di operatori di viaggio iscritti ai convegni e agli incontri di business. Lunedì si discute della riforma sanitaria lombarda. Ed è già stato pubblicato il bando per organizzare altri cento eventi, le «cento giornate» di Cascina Triulza. «Continuando sul tema di Expo, vogliamo che i partecipanti possano a tornare a svolgere attività qui», chiosa il direttore, Chiara Pennasi. Il primo obiettivo è agganciare la rinascita del sito di Rho in primavera, con l’inaugurazione dei padiglioni della Triennale del design. Tanto che la Fondazione sta facendo la corte al Children park per coordinare le attività. Expo spa sta preparando una relazione sui costi, anche se ha anticipato che la voce più consistente è proprio la gestione, che Triulza potrebbe compensare con i volontari. Come per la cura del grande orto della cascina, ancora rigoglioso. «Vogliamo riportare i laboratori per bambini e ragazzi – elenca Pennasi –, le famiglie potrebbero tornare nel finesettimana».

Il progetto di rinascita a lungo termine è ancora più ambizioso e la Fondazione ha le idee chiare: fare della corte un centro di formazione e innovazione sociale, che dialoghi con i cervelloni che il governo Renzi vuole far traslocare a Rho. «Vogliamo costruire un piano che accrediti l’innovazione sociale come fattore decisivo per lo sviluppo della comunità», puntualizza il presidente, Sergio Silvotti. Cascina Triulza potrebbe diventare la casa di startup e organizzazioni che incrociano le idee e la tecnologia dei centri di ricerca con i bisogni dei cittadini, via internet ma anche attraverso quegli sportelli che l’Unione europea chiama «innovation shops». Le risorse ci sono: l’attuale consiglio d’amministrazione, infatti, ha messo da parte riserve per un altro anno. E con Expo spa è stato scritto un addendum al contratto di gestione, valido fino a giugno del 2016, che prevede, ad esempio, l’apertura del portoncino ai visitatori.

Oltre agli eventi (per il 16 dicembre si è prenotata Auser), Cascina Triulza sta raccogliendo cimeli dai padiglioni per aprire Musexpo, «una rassegna sui contenuti per continuare la discussione», spiega Silvotti. Già trenta Paesi hanno regalato i video e parte delle installazioni, come il quadro di quinoa dalla Bolivia, la valigia della Spagna e le reti da pesca dell’Oman. Nell’ex mercato della cascina, invece, si stanno accatastando arredi e materiali di Expo da destinare alla nascitura agenzia del riuso. Il bando del riciclo è questione di giorni.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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