Arredi e cucine di Expo alle onlus per beneficenza, Cascina Triulza: «Questa è lotta allo spreco»

Il padiglione del volontariato si candida come agenzia del riuso. Entro fine settembre bisogna stabilire come riciclare il materiale

 Sergio Silvotti è il presidente di Fondazione Triulza l’ente che riunisce le realtà  del terzo settore che gestiscono la cascina

Sergio Silvotti è il presidente di Fondazione Triulza l’ente che riunisce le realtà del terzo settore che gestiscono la cascina

Milano, 17 settembre 2015 - All'assemblea di martedì scorso le 65 associazioni fondatrici hanno acceso il semaforo verde: Cascina Triulza, il padiglione del volontariato dell’Expo di Milano, si candida per gestire dopo il 31 ottobre il riciclo di tutto il materiale dei padiglioni. Dagli arredi alle cucine, dagli allestimenti alle stoviglie, l’idea è di creare un’agenzia del riuso, come l’hanno battezzata i promotori, con l’obiettivo di regalare le attrezzature a organizzazioni non governative e associazioni di volontariato. «Accettiamo una sfida complicata – spiega Sergio Silvotti, presidente di Cascina Triulza –, perché il materiale va raccolto e inventariato, servono criteri di destinazione e una consegna trasparente, ma è l’unica idea credibile per una vera lotta allo spreco. Senza questo passaggio la sostenibilità è retorica».

L’idea del regalare il materiale alla galassia del volontariato è trasversale. Ai primi tavoli sui piani di smantellamento dei padiglioni anche Cgil Milano aveva messo all’ordine del giorno il riciclo per beneficenza di arredi e strutture. La società Expo spa ne discuterà nel prossimo consiglio d’amministrazione, in agenda a fine settembre. «Il mio consiglio da amministratore delegato sarà questo – ha anticipato ieri il commissario unico dell’evento, Giuseppe Sala –: in parte certo bisognerà vendere quello che c’è, ma credo sia un dovere donare quello che c’è qui a chi ha bisogno. Bisognerà intendersi sui criteri, ma certamente parte di quello che è qui dovrà essere destinato a chi ha bisogno». L’incognita sono i tempi. Secondo Silvotti, «servono risposte certe entro fine settembre, perché a ottobre deve partire una macchina per decidere cosa fare del materiale. I video, ad esempio, potrebbero diventare una grande biblioteca». Cascina Triulza si sta attrezzando con un vademecum sull’operazione riciclo di cui discutere con Expo spa, Comune di Milano, Regione Lombardia e il governo. 

La squadra guidata da Silvotti deve anche affrontare la questione del dopo-Expo. Cascina Triulza, unico edificio già presente sul sito prima dell’evento, resterà in eredità a Milano e la fondazione che gestisce il padiglione ha un contratto fino a giugno 2016. Gli organizzatori hanno già ricevuto richieste per organizzare manifestazioni anche a novembre e l’obiettivo è di tenere gli spazi aperti da subito, ma sul destino della corte pendono come una spada di Damocle tempi e piani del cantiere di smantellamento dell’Esposizione. «È fondamentale che non sia un luogo chiuso o inaccessibile – avverte Silvotti –, ma se nessuno ci dà risposte, noi facciamo la guardiania». Nel frattempo, sulle scrivanie di Expo spa sono arrivate le proposte dei sindaci di Monza e di Milano per riutilizzare alcune strutture, così come da enti e organizzazioni non governative.

luca.zorloni@ilgiorno.net

Twitter: @Luke_like