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Nuovi guai per Daniela Santanchè, fallita un’altra società: “Definitiva incapacità di fare fronte alle proprie obbligazioni”

Dopo Visiblia, anche Ki Group Holding spa entra nel mirino del Tribunale fallimentare di Milano: aperta la procedura di liquidazione giudiziale. La ministra è già indagata per bancarotta e un'accusa analoga potrebbe arrivare dopo il crac di Bioera

Daniela Santanchè

Daniela Santanchè

Milano – Il Tribunale fallimentare di Milano ha aperto la procedura di liquidazione giudiziale, quella che ricalca il vecchio fallimento, per un'altra delle società del gruppo del bio-food un tempo guidato dalla ministra Daniela Santanchè e dall'ex compagno Giovanni Canio Mazzaro.

Si tratta di Ki Group Holding spa, di cui avevano chiesto il fallimento i pm Marina Gravina e Luigi Luzi, gli stessi titolari dei procedimenti sulle ex società della senatrice di FdI, come Visibilia. La ministra è già indagata per bancarotta per il fallimento di Ki Group srl e un'accusa analoga potrebbe arrivare dopo il crac di Bioera e dopo l'ultimo della holding.

Nella sentenza, depositata e notificata oggi giovedì 5 giugno alle parti, si parla di ingenti “debiti erariali e previdenziali di circa 1,4 milioni di euro” a partire “da ottobre 2020”, un “patrimonio netto negativo” al 28 febbraio scorso di oltre 6,5 milioni di euro, la "mancata soluzione alternativa della crisi e dell'insolvenza, stante il mancato deposito dell'accordo di ristrutturazione dei debiti” e uno “stato di definitiva incapacità dell'impresa di fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni”. Lo scrivono i giudici della Sezione seconda civile e crisi d'impresa, Laura De Simone, presidente, Luisa Vasile e Francesco Pipicelli, dichiarando la “'apertura della liquidazione giudiziale” per Ki Group Holding,

La società è fallita su istanza della Procura di Milano diretta da Marcello Viola e del pool di pm guidato dall'aggiunto Roberto Pellicano, ma anche della Agenzia delle Entrate, che ha evidenziato debiti da parte della holding per oltre 400mila euro, con “esito negativo dei pignoramenti di crediti presso terzi tentati”. Come curatore fallimentare, che dovrà redigere una relazione che sarà depositata anche alla Procura, è stato nominato dai giudici Marco Garegnani.