ArcelorMittal, la Procura di Milano: "Non fermare gli impianti"

Fissata per il 27 novembre l'udienza che riguarda il ricorso d'urgenza presentato dai commissari

Il Palazzo di giustizia di Milano

Il Palazzo di giustizia di Milano

Milano, 18 novembre 2019 - La Procura di Milano indaga anche su eventuali illeciti tributari e su presunti reati pre-fallimentari, con un focus sul mancato pagamento dei creditori dell'indotto, nel fascicolo esplorativo aperto sull'addio di ArcelorMittal all'ex Ilva, ancora formalmente a carico di ignoti e senza ipotesi di reato. Filoni questi che si aggiungono a verifiche su presunte appropriazioni indebite di materiale relativo al magazzino di materie prime, su false comunicazioni societarie e al mercato.

L'INDAGINE - Nell'indagine milanese, che al momento è ancora a livello ricognitivo e che è stata affidata al Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano, riguardo al profilo dei possibili reati sul piano tributario, da quanto si è saputo, si dovrebbero effettuare accertamenti - e questo è solo uno dei casi - su una società olandese dello stesso gruppo franco-indiano da cui ArcelorMittal si servirebbe per l'approvvigionamento di materiali. Società che, oltre a vendere all'ex Ilva a prezzi che però parrebbero più alti rispetto a quelli di mercato, godrebbe di un regime fiscale più vantaggioso. Poi, ci potrebbero essere verifiche - altro esempio - su presunte false comunicazioni societarie legate al magazzino, nel caso in cui fosse stata resa nota una situazione diversa da quella reale (era stato consegnato con 500 milioni di materie e ora pare si sia assottigliato di parecchio), e in più anche altre condotte potrebbero aver avuto riflessi sul patrimonio dell'ex Ilva. Infine, ed è di queste ultime ore l'ipotesi al vaglio degli inquirenti, andranno fatte verifiche anche sul motivo per cui, secondo quanto denunciato, siano stati sospesi i pagamenti dei creditori dell'indotto. In questo caso, potrebbero profilarsi reati di bancarotta o pre-fallimentari.

Tutto ciò si aggiunge ai profili sulle comunicazioni al mercato date dal colosso dell'acciaio a partire dallo scorso 4 novembre con l'azione di recesso dal contratto. Quanto al presunto depauperamento dell'azienda e alla sospetta appropriazione indebita delle materie prime con conseguente danneggiamento della produttività e dell'economia nazionale, non è escluso che la Procura di Milano si 'spogli', poi, di questo capitolo in quanto quella di Taranto sta già indagando e ha già iscritto il fascicolo ipotizzando il reato di «distruzione di materie prime» e «mezzi di produzione» industriale. Tra l'altro, gli investigatori nei prossimi giorni potrebbero effettuare acquisizioni di documenti e ascoltare alcune persone nel fascicolo milanese.

LA RICHIESTA - Nel frattempo Claudio Marangoni, il presidente della sezione specializzata in materia d'impresa del tribunale di Milano e che tratterà il procedimento ArcelorMittal-Ilva, ha fissato per il prossimo 27 novembre l'udienza che riguarda il ricorso d'urgenza presentato dai commissari. Nel provvedimento di fissazione dell'udienza, lo stesso Marangoni ha invitato ArcelorMittal a "non porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti". Secondo il magistrato milanese, Arcelor Mittal deve quindi rinviare "lo sviluppo delle operazioni già autonomamente prefigurare per il limitato tempo necessario allo sviluppo del presente procedimento". 

LE SCADENZE - Nei giorni scorsi, infatti, Arcelor Mittal aveva presentato ai sindacati un programma di chiusure scadenzate del siderurgico di Taranto che prevede che l'altoforno 2 sia fermato il 13 dicembre, l'altoforno 4 a fine dicembre e l'altoforno 1 a metà gennaio. Secondo quanto riporta l'Agi, la decisione del ricorso d'urgenza presentato dai commissari dell'ex Ilva e affidato al tribunale di Milano arriverà "entro il 4 dicembre". Per il momento, la presidenza del Consiglio non si è costituita nella causa civile nata dal ricorso d'urgenza Entro il 25 novembre, i legali di Arcelor Mittal hanno la possibilità di replicare al ricorso di un'ottantina di pagine depositato dai colleghi di Ilva in amministrazione straordinaria. Dopo l'udienza del 27 novembre, il giudice Cluadio Marangoni, a cui spetta la decisione, si riserverà e, prima del 4 dicembre, arriverà il verdetto contro cui la parte soccombente potrà eventualmente presentare un reclamo.

 

 

 

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