Ex calciatore ucciso nell’acido: resta l’ergastolo per madre e figlio

L’omicidio di Andrea La Rosa, in forza al Brugherio calcio, avvenne nel novembre del 2017. Il movente un debito che il killer, truffatore seriale nel campo assicurativo, non voleva onorare

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di Anna Giorgi

La Cassazione, come chiesto dalla Procura generale, ha confermato la condanna all’ergastolo decisa dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano per Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, madre e figlio accusati dell’omicidio dell’ex calciatore del Brugherio calcio, avvenuto nel novembre 2017. Respinti dai giudici, dunque, i ricorsi dei difensori degli imputati, gli avvocati Corrado Limentani per la Biancaniello, in carcere a Bollate ed Ermanno Gorpia per Raffaele Rullo, in cella a Monza.

L’avvocato Limentani, tra gli altri motivi, ha presentato quello "del travisamento della prova in relazione all’omessa qualificazione del reato di omicidio nelle ipotesi di tentato omicidio e omicidio colposo". In sostanza, l’avvocato Limentani ha sostenuto che la Biancaniello era "certa" che La Rosa, che fu prima narcotizzato e accoltellato, fosse morto quando fu spinto in un fusto di benzina ritrovato poi nel bagagliaio dell’auto guidata dell’anziana. L’avvocato Gorpia ha invece chiesto alla Suprema Corte di accogliere il ricorso, sulla base dello stesso principio, e di rinviare a un processo d’appello bis disponendo così la perizia psichiatrica su Rullo per stabilire la sua reale capacità di intendere e di volere al momento dell’omicidio. La decisione del collegio della prima sezione penale, presieduto da Angela Tardio, ha confermato invece le due condanne all’ergastolo di madre e figlio.

Rullo fino all’ultimo si era dichiarato innocente, mentre la madre aveva continuato ad assumersi tutta la responsabilità del delitto. Ma secondo la Corte d’Assise d’appello entrambi erano responsabili allo stesso modo della morte di La Rosa che all’epoca fu narcotizzato, ferito alla gola e poi chiuso, mentre era ancora vivo, in un bidone pieno di gasolio e poi ricoperto di acido, morendo così per via delle esalazioni. L’accusa per i due è quella di omicidio aggravato da premeditazione e crudeltà, occultamento e soppressione del cadavere. Rullo sta scontando anche l’accusa di tentato omicidio della moglie, Valentina Angotti. Secondo la ricostruzione degli investigatori i due organizzarono una trappola all’ex calciatore, attirando La Rosa, che doveva incontrarsi con Rullo, a casa di Bianchello, in via Cogne, alla periferia di Milano.

Lì La Rosa venne, appunto, narcotizzato, poi ferito e chiuso in un bidone nella cantina dell’edificio e poi ricoperto di acido. Il movente, secondo le indagini, un debito di circa 38mila euro che Rullo, truffatore seriale di assicurazioni, aveva nei confronti di La Rosa ma che non voleva onorare. Il cadavere del giovane venne ritrovato nel fusto di gasolio nel bagagliaio dell’auto della Biancaniello. Tra le prove anche 24 flaconi di acido muriatico che sarebbero serviti per sciogliere il corpo.

mail: anna.giorgi@ilgiorno.net

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