Evaso dal Beccaria: "La fuga? Prova di forza. Ho preso il bus, sono andato a vedere la tv"

Milano, convalidato l’arresto in direttissima dell’ultimo evaso dall’istituto. Portato a San Vittore, è in attesa del processo che comincerà a gennaio

Milano, 31 dicembre 2022 - "Non volevo scappare dal carcere, e non volevo tornare a casa, ma gli altri ragazzi, che erano un po’ i bulli, quelli che comandavano, mi avevano detto che se non fossi andato con loro, se non avessi dimostrato di stare dalla loro parte, poi ci sarebbe stato chi me l’avrebbe fatta pagare lì, dentro il Beccaria". Per l’ultimo dei sette evasi dal carcere minorile, la convalida dell’arresto è arrivata ieri mattina in direttissima. "Quindi li ho seguiti - continua - è stato tutto molto facile. Poi una volta fuori ho preso l’autobus insieme agli altri e ci siamo persi, chi è andato a casa, chi è andato farsi un giro. Io e un altro siamo andati a casa di un conoscente fuori Milano e siamo rimasti lì, a guardare la tv. Non avevo voglia di tornare a casa mia".

Trasferito a San Vittore

Sentito dal giudice il neomaggiorenne (da due mesi) è stato trasferito al carcere di San Vittore. Marocchino, nato in Italia, si trovava rinchiuso al Beccaria per scontare un cumulo di pena di cinque anni, dovuto alla serialità di rapine di catenine sui treni. La difesa, avvocato Gennaro Carfagna, aveva chiesto per lui che venisse confermato il Minorile, questa soluzione avrebbe consentito al giovane di essere seguito maggiormente nella rieducazione, considerando che i reati per cui sta scontando la pena erano stati commessi quando era minorenne.

La condotta passiva

Il giudice ha disposto, invece, il suo trasferimento al carcere “per adulti“ in attesa del processo nel merito del reato di evasione che avrà inizio il 20 gennaio, tale reato è puntito con una pena che va da uno a tre anni. Le telecamere hanno ripreso la fuga dei sette, quindi dall’analisi delle immagini sarà ricostruita l’esatta condotta di ogni ragazzo e, di conseguenza, la responsabilità di tutti, rilevante ai fini del processo. Per quest’ultimo il difensore punterà sulla condotta passiva, dalle immagini riprese dalla sorveglianza il neo maggiorenne, arrestato due giorni fa, avrebbe solo partecipato all’uscita dal carcere seguendo gli altri, senza avere una condotta “attiva“.

Le condizioni del Beccaria

Intanto la fuga dei sette ragazzi, conclusa con l’arresto di tutti, ha acceso il faro sulle voragini della giustizia minorile e sulle condizioni estreme in cui versa il carcere Beccaria. I cantieri nell’istituto sono aperti da quasi vent’anni e non si vede la fine, proprio approfittando di pareti posticce i ragazzi sarebbero riusciti a fuggire senza particolare difficoltà.

 

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