Evasi dal Beccaria, preso in piazza a Sesto il quarto ragazzo: "Sì, sono io il fuggitivo"

All’appello mancano ancora due maggiorenni e un minorenne, erano in cella per reati di rapina e spaccio

É stato rintracciato e verrà riportato in istituto anche il quarto giovane evaso dal carcere minorile Beccaria. È uno dei due diciassettenni, marocchino senza dimora, catturato dai carabinieri in piazza Marinai d’Italia a Sesto San Giovanni dopo la segnalazione di un cittadino che ha chiamato ieri pomeriggio il 112 perché un gruppo di ragazzi ascoltava musica ad alto volume in strada. Tra loro, il fuggitivo. "Sì, sono io", ha ammesso davanti ai carabinieri durante il tragitto verso la caserma. All’appello ne mancano tre. Due fra quelli che hanno fatto rientro sono stati convinti a costituirsi dalle famiglie, mentre un diciottenne è stato rintracciato dagli agenti del nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria: era a casa della suocera. Intanto per uno dei giovani ieri mattina è stato convalidato l’arresto. Maggiorenne, è comparso davanti al giudice delle direttissima che ha disposto la custodia cautelare in carcere (non più minorile) per l’episodio della fuga, mentre il processo nel merito si terrà il 30 gennaio. Il ragazzo, nato a Milano, di origine ecuadoriana, si trovava in regime cautelare dallo scorso aprile per alcune rapine che avrebbe commesso nell’autunno 2021 come componente della banda “Z4“ attiva nella zona sud-ovest di Milano. Reati per i quali non è ancora concluso il procedimento.

Il giovane si è giustificato davanti al giudice della direttissima, Marco Tremolada, dicendo di essere evaso perché non voleva più restare in carcere e voleva andare in una comunità terapeutica. La misura cautelare per evasione emessa dal giudice delle direttissime scatterà se verranno meno quelle che hanno portato il ragazzo, maggiorenne da alcuni mesi, al Beccaria.

Il gip dei minori, nell’ordinanza in cui aveva disposto la custodia all’istituto penale minorile in attesa di processo, notava la trasformazione dei ragazzi della baby gang, di cui lui faceva parte, in "giovani adulti" che avevano cominciato, dopo i primi colpi, a maneggiare un coltello per minacciare le vittime e a diventare sempre più esosi e violenti nelle loro richieste ai rapinati. Proseguono intanto le indagini per ricostruire con esattezza la fuga da film con l’utilizzo anche di un lenzuolo, attraverso un cantiere aperto nel carcere da 16 anni. I ragazzi avrebbero approfittato della distrazione del sorvegliante, l’unico per 12 reclusi, per scappare durante un momento ricreativo, mentre giocavano a calcio in cortile. Il procuratore dei Minori, Ciro Cascone, ha effettuato un sopralluogo. "C’è il rischio che, se non si mandando le risorse, se non si presta massima attenzione la situazione possa degenerare facilmente", ha detto il magistrato.

 

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