GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Esperimento pilota a Monza Case popolari ai migranti Asse fra prefetto e Regione

Palmisani chiede a Palazzo Lombardia la disponibilità di alloggi Aler. L’assessore Franco acconsente. Ora tocca ai sindaci fornire gli elenchi.

Esperimento pilota a Monza  Case popolari ai migranti  Asse fra prefetto e Regione

Esperimento pilota a Monza Case popolari ai migranti Asse fra prefetto e Regione

di Giambattista Anastasio

I richiedenti asilo, ora, potrebbero essere accolti nelle case popolari gestite dall’Aler di Monza e Brianza per un periodo di tempo che potrà consistere in alcuni mesi o anche in alcuni anni. Lo scenario è concreto, ma anche paradossole sotto alcuni aspetti e, infine, inatteso se si considera il colore politico delle amministrazioni coinvolte. Partiamo dalla fine. A dare il via libera all’utilizzo delle case popolari per ospitare i migranti e allargare la rete di accoglienza CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) è stata la Regione Lombardia a trazione centrodestra e, in particolare, l’assessore regionale alla Casa, Paolo Franco, esponente di Fratelli d’Italia. A trazione centrodestra è anche il Governo. E a chiedere che questa soluzione fosse messa in campo è stata l’istituzione che più di ogni altra rappresenta l’emanazione dell’esecutivo e del Ministero dell’Interno sul territorio: il Prefetto. Nel caso specifico il Prefetto di Monza e della Brianza, Patrizia Palmisani. Tutto messo nero su bianco nella lettera che proprio Palmisani ha inviato ai sindaci della provincia. L’oggetto è: "Iniziative per il potenziamento della rete di accoglienza CAS per cittadini stranieri richiedenti asilo; messa in disponibilità di alloggi SAP (Servizi Abitativi Pubblici ndr)". Subito sotto vi si legge: "Si informa che la Regione Lombardia, appositamente interessata da questa Prefettura, nel confermare l’esistenza, su questo territorio provinciale, di numerosi alloggi SAP non occupati- e non bisognosi di interventi manutentivi -, ha dato la propria disponibilità ad attivare una procedura di svincolo generalizzata a condizione che i singoli Comuni interessati ufficializzino al predetto Ente la propria volontà di procedere in tal senso". Po l’invito a "voler comunicare, possibilmente entro 5 giorni, il dato di interesse direttamente alla Regione – e, per conoscenza, anche a questa Prefettura – riferendo della propria volontà di aderire alla richiesta (...) comunicando gli estremi degli alloggi censiti e i mesi o anni per i quali si intende metterli a disposizione". Non è finita: "A questa Prefettura interessano sia gli alloggi liberi e immediatamente pronti all’uso sia quelli bisognosi di interventi manutentivi, purché non troppo onerosi". Detto altrimenti, oltre al colore politico delle amministrazioni coinvolte, stupisce che a fronte della carenza e della lentezza delle assegnazioni, Regione faccia presente di aver a disposizione alloggi pronti ad essere abitati, ma vuoti. Durissimo il commento di Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd: "Il cinismo del centrodestra lombardo è senza pari e senza vergogna: tiene evidentemente libere decine e decine di alloggi popolari pronti ad essere assegnati in un momento tanto delicato per le famiglie, nel frattempo soffia sul disagio delle periferie e sostiene politiche contrarie all’integrazione, salvo poi piegarsi alle richieste assurde del Governo amico".

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