
di Alessandra Zanardi
È il più anziano del paese, e ha compiuto 100 anni il 9 agosto, Ernesto Bassini, un reduce della campagna di Russia che lo scorso 25 Aprile è stato premiato dall’Associazione combattenti e reduci. "Fedeltà alla patria, amore per la famiglia ed esempio per le generazioni future", si legge nella targa-riconoscimento che, insieme alle foto di un giovanissimo Ernesto in divisa da militare e ad una croce al merito di guerra che gli è stata tributata nel 1980, è in bella mostra sulle pareti dell’abitazione di via Giovanni 23esimo, a Caleppio di Settala. La stessa dove l’anziano, ancora piuttosto in gamba per la sua età, vive con l’aiuto dei figli, che si avvicendano in casa durante il giorno, e di una badante, che gli fa assistenza di notte. "È casa sua e vuole che si faccia come dice lui", ironizzano i familiari, che gli fanno compagnia e si alternano nelle incombenze domestiche.Figlio di un macellaio, nato e cresciuto a Settala in una nidiata di otto tra fratelli e sorelle, Ernesto era ancora un ragazzo quando, come tanti suoi coetanei, si è trovato ad affrontare la terribile esperienza della guerra. "A 19 anni mi è arrivata la convocazione e sono dovuto partire per la Russia", così il centenario, ai tempi arruolato in fanteria, ricorda la dura permanenza sul fronte orientale. Una delle pagine più drammatiche della Seconda guerra mondiale e della storia italiana recente.
"Di notte mi mettevano a fare le guardie. Si andava in giro in pattuglia, col rischio d’incontrare i russi, che erano a loro volta in perlustrazione sul territorio. Che dire, mi è sempre andata bene". A migliaia i soldati italiani che morirono, specie dopo la battaglia sul Don e la rovinosa ritirata che ne seguì, tra il dicembre del ’42 e i primi mesi del ‘43. "A differenza di altri, sono stato fortunato", ribadisce l’anziano, che fu anche aiutato, durante la ritirata, da una famiglia russa: pur a proprio rischio, quelle persone gli diedero ospitalità.
Rimpatriato, sposò Maria, una giovane conosciuta prima della guerra alla balera delle Quattro strade di Mediglia. Un’unione coronata dalla nascita di quattro figli: Fabrizio, Tiziana, Graziella e Manuela. Oggi l’anziano, un passato da agricoltore e successivamente da "stradino", ha sette nipoti e altrettanti pronipoti. Una famiglia numerosa, che non manca di fargli sentire affetto e vicinanza. Come in occasione dell’ultimo compleanno. "È stata una grande festa, c’era anche il sindaco - raccontano i familiari -. È stato emozionante, tutta la via ha partecipato ai festeggiamenti".