
L'esterno dell'Ospedale San Raffaele di Milano dove è ricoverato il 79enne (Ansa)
Milano, 14 novembre 2019 - Ha approfittato con «freddezza» del permesso premio che gli è stato concesso, ha «ordito l’aggressione» mascherandosi da operatore del San Raffaele e sapendo che al piano «meno 1» non c’erano telecamere e - se non fosse stato bloccato dalla polizia - non sarebbe tornato in carcere. È questo il ritratto di Antonio Cianci, l’ergastolano 60enne che sabato ha tentato di uccidere un anziano, messo nero su bianco dal gip Ilaria De Magistris: ha «bisogno» di «cimentarsi» nei crimini e di mostrare, «ostentare» la sua «dominanza criminale». Nell’ordinanza di convalida dell’arresto e di custodia cautelare in carcere, firmata dal giudice su richiesta del pm Nicola Rossato, vengono descritti la rapina e il tentato omicidio che Cianci ha commesso ai danni di un 79enne quattro giorni fa, dopo che nel ‘79 uccise tre carabinieri della stazione di Melzo e prima, nel ‘74, quando aveva 15 anni, un metronotte. Cianci in permesso premio, concesso per 12 ore (era il terzo di cui usufruiva), sabato ha rubato in ospedale una tuta da inserviente, guanti, mascherina e un apparecchio per misurare la pressione per passare inosservato, ha chiesto soldi all’anziano che gli ha dato quello che aveva in tasca, «9 euro e 37 centesimi».
L’ergastolano , «adirato» per la cifra «esigua», a quel punto gli ha sferrato un fendente alla gola con un taglierino, una «lesione potenzialmente mortale» perché ha sfiorato la giugulare. Quando è stato bloccato poco lontano, mentre aspettava un bus, era «apparentemente tranquillo» - si legge nell’ordinanza - e poco prima aveva buttato in un bidone guanti, mascherina e l’apparecchio per la pressione che gli erano serviti per mascherarsi, oltre al cellulare della vittima e al taglierino. Per il gip Cianci con le sue azioni, ma anche con quelle frasi «provocatorie» dette nell’interrogatorio di ieri a San Vittore, in cui chiede se nel luogo del tentato omicidio «c’erano le telecamere», dimostra il suo «perdurante bisogno, non governato seppur lucido, di cimentarsi in atti criminali complessi». Prima di scegliere di non rispondere ieri a San Vittore, infatti, Cianci, così si è rivolto al gip: «Vorrei fare una domanda, cioè ci sono le telecamere in quel posto in cui ho agito, lì è la prova, nelle telecamere, per il resto non posso dire niente».