E' morto Empio Malara, addio all'architetto che sognava di riaprire i Navigli

Aveva 90 anni. Milanese d'adozione, ha fondato l'associazione 'Amici dei Navigli' e dedicato la sua vita agli studi sulle vie d'acqua cittadine, puntando alla loro navigazione e riapertura

Empio Malara

Empio Malara

È morto a Milano all'età di 90 anni Empio Malara, architetto e fondatore dell'associazione 'Amici dei Navigli'. Malara era originario della Calabria, nato a Cosenza nel 1932 si era poi trasferito a Milano per studiare architettura al Politecnico. A Milano ha dedicato la sua vita agli studi sulla rete dei Navigli cittadini e alla loro navigazione e riapertura. A ricordarlo nel giorno della sua scomparsa è anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. "Milano piange Empio Malara - ha commentato in un tweet -. Nato in Calabria, milanese di adozione, qui è diventato architetto. Innamorato di Milano è stato il fondatore dell'associazione 'Amici dei Navigli'. Le mie condoglianze e un affettuoso abbraccio alla famiglia".

Il suo sogno, come ha ricordato sulle sue pagine social l'associazione 'Riaprire i Navigli' era quello di ricostruire la grande rete europea delle vie navigabili interne della Lombardia. "Quanti convegni fatti insieme per parlare di quel meraviglioso Naviglio. Si legge in un lungo post - Per costruire una sensibilità politica e diffusa affinché anche quell’opera, a cui si era dedicato molto studiando Giuseppe Meda, potesse vedere presto la luce. Un sogno comune: ricostruire la grande rete europea delle vie navigabili interne della Lombardia. Tante iniziative, che Empio ha promosso quotidianamente, sempre con grande intelligenza da circa cinquant’anni, facendo del tema Navigli il punto fermo per la costruzione di un nuovo paesaggio milanese e lombardo. Ma non solo. Amico e compagno di tante battaglie per una nuova architettura, per una diversa urbanistica, per una diversa politica e per una città di tutti. Un intellettuale calabrese, figlio di una importante famiglia cosentina, che arrivato a Milano per studiare al Politecnico si è identificato con la città, fino ad essere un grande 'milanese'. Una grande perdita, ma anche un grande stimolo, per proseguire il nostro cammino" conclude il post.

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