MARCO GALVANI
Cronaca

Elio e il dramma dell’autismo in famiglia: “Ascoltate noi genitori, non i Vannacci”

Talk, dj e Concertozzo allo stadio, il weekend eccezionale di Elio e le Storie Tese a Monza con i ragazzi di PizzAut e le onlus. "Le famiglie con disabili sole e smarrite: è indegno di un Paese civile"

Elio e le Storie Tese

Elio e le Storie Tese

Anche le "canzoni che non hanno un tempo dritto hanno diritto di scalare le classifiche". Perché la musica orecchiabile non si deve mica limitare a quattro accordi o a un "banale motivetto". E allora "se ascolterai la musica difficile, forse comprenderai che è solo una questione d’abitudine". Elio, al secolo Stefano Belisari, cita se stesso e le Storie tese, sfoderando un’assoluta padronanza dell’italiano, delle sue deviazioni e divagazioni. Una guida all’ascolto, per scoprire e comprendere quello che è scritto e cantato. "Con l’intelligenza possiamo renderci conto che noi ci consideriamo normali solamente perché siamo in tanti, ma in realtà stiamo parlando di vari modi di rapportarsi con il mondo intorno a noi. E non è detto che il nostro sia migliore. La curiosità può essere un’arma bellissima per esplorare nuovi mondi, nuove realtà".

Chi o cosa, quindi, dovremmo ascoltare?

"Dovremmo imparare ad ascoltare chi sa, non chiunque passa per caso. Nella musica come nella vita. A proposito, ormai faccio più interviste sull’inclusione che sulla musica. Ci sono migliaia di padri e madri che sono in casa a tu per tu con l’autismo. Ecco, ascoltiamo loro".

Lei compreso, con suo figlio Dante. Cosa vuol dire essere padre di un ragazzo autistico?

"Vuol dire che sono dei drammi. Si tende ad annacquare tutto, ma quando entra la disabilità (di ogni tipo) in casa, è sempre un fatto che ti sconvolge la vita e, nel caso dell’autismo, c’è l’aggravante che non sai dove sbattere la testa. Perché manca tutto. Dove vai, cosa fai? Non lo sai. Vi sembra degno di un Paese di alto livello? L’unico alibi è che è così un po’ in tutto il mondo, non siamo solo noi. Siamo indietro dappertutto".

Da qualche parte bisogna cominciare, però…

"Beh, un modo per vedere l’inclusione è trovare un punto di incontro a metà strada tra noi e loro. Perché devono essere sempre loro a fare lo sforzo di arrivare dove siamo noi? A Monza, questo fine settimana, dimostreremo che l’inclusione è normalità. E lo faremo con un evento eccezionale. Del resto gli Elio e le Storie tese sono una band nata per compiere imprese eccezionali: abbiamo fatto un concerto di 12 ore con un bis di mezz’ora, abbiamo girato un film con Rocco Siffredi ma recitavamo vestiti. E siamo stati a Sanremo dicendo e facendo altre cose eccezionali. Domani e domenica vedrete l’ennesima impresa eccezionale".

In pratica?

"Domani in piazza dell’Arengario ci sarà MonzAut, dalle 17 alle 19 un talk show dedicato ad autismo e autonomia e poi si balla con i dj di FacciaVista. Mentre domenica all’U-Power Stadium il Concertozzo degli ‘Elii’, ma prima il Concertozzino con artisti emergenti. In entrambe le giornate al food penseranno i ragazzi speciali di PizzAut, Breakotto, SbrisolAut, I ragazzi della Luna, Tortellante, Associazione Voglio la Luna, Gli Sgusciati, AutAcademy, Associazione Cascina San Vincenzo, Facciavista, rete TikiTaka. È la prima volta al mondo".

Tre buoni motivi per andare a Monza?

"Ma tre sono troppo pochi… Comunque, il primo è che si esibirà il più grande gruppo italiano. Ma non lo dico tanto per vantarmi, è perché per caso schiera il miglior batterista italiano, il miglior bassista italiano, il miglior cantante e intrattenitore (visto che oltre all’ironia ho un diploma di conservatorio), vari migliori tastieristi italiani, il miglior chitarrista. E anche il miglior fonico, Rodolfo “Foffo” Bianchi. Per un appassionato è come andare in una pasticceria e mangiare un dolce eccezionale che non ha mai assaggiato. Secondo motivo: ci sono PizzAut e tutte le altre associazioni che puntano all’inclusione lavorativa dei ragazzi autistici. Terzo perché è la prima volta al mondo che viene messo in scena un evento del genere. C’è anche un terzo bis: la musica che esce è stereofonica. Siamo su livelli imperiali. Tutti suoneranno e canteranno veramente. E anche qui siamo all’eccezionale: noi andiamo in giro senza armi e senza autotune".

Questa è un’impresa che avete messo in piedi assieme a PizzAut…

"Il Concertozzo e PizzAut sono due grandi follie. Io e il mio amico Nico Acampora (il papà delle pizzerie gestite da una brigata di ragazzi autistici, ndr) , così come le migliaia di mamme e papà che hanno un figlio con disabilità, viviamo le stesse angosce, ma anche le stesse speranze. I problemi non possiamo certo risolverli tutti noi, ma almeno alzare il velo, quello sì".

Fino a tre anni fa, su Google la parola autismo era cliccata 300mila volte, ora siamo a 7 milioni.

"Ecco, appunto. Ma torno a dire che quando si parla di disabilità, dovremmo ascoltare chi sa, non chi passa per caso. E quando qualcuno – come il generale Roberto Vannacci – parla di classi differenziate, dico che quel qualcuno è uno che passa da lì per caso. L’inclusione è una questione di vita o di morte. A PizzAut l’inclusione la vedi, al Concertozzo si vedrà. A Monza sarà una giornata ruspante di tagliatelle della nonna. Poco sfarzo, tanta sostanza".

Piatto unico?

"Certamente. Sarà un’edizione unica. E poi sì, è vero, sette anni fa gli Elio e le Storie tese si sono sciolti, ma poi ci siamo ritrovati. Ed è bellissimo sciogliersi, perché prima c’è la disperazione dei fan, poi la gioia di tornare insieme. Nei prossimi 5 anni credo che ci scioglieremo ancora un paio di volte. A un certo punto vorremmo anche andare in causa tra di noi, per poi fare pace".