REDAZIONE MILANO

Elia si suicidò in gita, “assolto“ il Ministero

Nessun risarcimento ai genitori per la morte del 17enne toscano, a Milano con la classe per vedere Expo. "Vigilanza adeguata"

Il ministero dell’Istruzione non ha responsabilità per quella gita finita in tragedia. E i genitori di Elia Barbetti, il 17enne toscano venuto a Milano per Expo con la scuola, che si suicidò volando giù dalla finestra di un hotel cittadino, non avranno gli 800 mila euro di risarcimento che avevano chiesto.

Secondo loro Elia si buttò perché annebbiato dalle birre e dagli spinelli consumati quella sera con i compagni, provato dallo stress di una gita organizzata con tempi troppo compressi, e perché i tre docenti che avevano accompagnato la classe non avrebbero vigilato. Ma per il tribunale civile di Firenze che ha dato ragione al Ministero - e alla sua compagnia assicurativa difesa dall’avvocato Angelo Pariani - in realtà le cose andarono diversamente quel giorno di ottobre del 2015.

Come già accertato dall’indagine penale condotta dal pm Piero Basilone, quella di Elia non fu una caduta accidentale dovuta a un malessere legato alla droga. Fu un gesto volontario, espressione di un disagio e di una profonda tristezza che si rivelarono insopportabili. Elia si lanciò volontariamente dalla finestra dell’albergo di via Stamina d’Ancona in cui alloggiava con gli altri ragazzi della sua classe di liceo.

Il ragazzo morì sul colpo battendo la testa sul muro che divideva il giardino dell’albergo da quello di un’azienda attigua. Morì in un lasso di tempo che andava tra le 2.30 di notte, quando un vigilante aveva controllato quegli spazi e le 5.30 quando, al secondo giro, si accorse del corpo del giovane a terra. Tutte le risultanze delle indagini condussero a escludere con certezza che altre persone ( gli amici della gita) fosssero coinvolte in quell’ azione. Così come nessuno entrò o uscì dalla camera numero 607 al sesto piano dell’albergo, prima o dopo la sua morte.

Significativi i rilievi della Scientifica che non lasciarono dubbi. Elia quella sera aveva fumato un paio di spinelli, era lievemente alterato, ma il quantitativo di marijuana nel sangue - scrive il tribunale - non era assolutamente tale da togliergli coscienza di sé. Dunque tra le 2 e le 4 alzò la tapparella della camera da letto mentre gli altri tre amici dormivano già, salì sul davanzale,rimase in piedi per un po’ e poi si buttò nel vuoto.

Le drammatiche pagine di motivazioni con cui i giudici fiorentini respingono la richiesta danni dei genitori fotografano una realtà non modificabile. "Il personale docente risulta avere adempiuto alle proprie obbligazioni di controllo e sorveglianza con la normale diligenza da esercitarsi in situazioni simili", scrive il tribunale, anche perché i ragazzi la marijuana l’avevano acquistata in Toscana prima di partire. "Bisogna quindi concludere - aggiungono - che siano stati predisposti dall’istituto tutti gli accorgimenti necessari per evitare che gli studenti potessero nuocere a sé stessi". Del resto "il corpo docente non aveva avuto alcuna informativa né disponeva di alcuna notizia circa il pericolo, anche solo potenziale o ipotetico, che Elia potesse porre in essere condotte volontariamente autolesionistiche". Insomma, una tragedia imprevedibile.

Mario Consani