Elezioni, i risultati di Milano, Sala a valanga: vittoria al primo turno

Il sindaco si riconferma con il 57,2% e stacca di 25 punti il rivale Bernardo. Paragone, terzo, precede la Pavone

Giuseppe Sala festeggia la vittoria

Giuseppe Sala festeggia la vittoria

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Milano - Il distacco è abissale, quasi 25 punti percentuali. Il sindaco Giuseppe Sala si riconferma per altri cinque anni al primo turno elettorale, raggiunge il 57,22% (826 sezioni scrutinate su 1.248), probabilmente al di là delle più rosee aspettative del primo cittadino targato centrosinistra e del suo staff. Il candidato sindaco del centrodestra, il primario di Pediatria Luca Bernardo, non va oltre il 32,43% dei consensi. Il ballottaggio per lui è una chimera.

Sembra passato un secolo, ma solo solo cinque anni, da quando Sala e Stefano Parisi chiudevano quasi appaiati il primo turno elettorale del 2016 (41,61% a 40,78%). Certo, l’affluenza allora fu più alta (54,6%) rispetto all’attuale crollo al 47,69%, ma Sala comunque sottolinea di aver preso 40-50mila voti in più rispetto alla sua prima candidatura a Palazzo Marino. Un segnale che il consenso tra i milanesi è comunque aumentato, nonostante la fuga dai seggi.

Un dato che dovrebbe aver agevolato il bis del sindaco già mister Expo è il crollo del Movimento 5 Stelle. La candidata sindaco pentastellata Layla Pavone si ferma al 2,74%. Cinque anni fa, il front runner grillino, Gianluca Corrado, raggiunse il 10,1%, un terzo polo nella politica milanese. Un terzo polo che oggi non c’è più. Quei voti sono andati o nell’astensione o a Sala. Forse è per questo che il sindaco targato centrosinistra non ha voluto allearsi con il partito ora guidato da Giuseppe Conte alle Comunali milanesi: sapeva che il consenso pentastellato non valeva un’intesa che sarebbe costata più di una contraddizione dal punto di vista programmatico per il futuro della città. Un altro dato elettorale, intanto, conferma il pessimo risultato dei contiani. Al terzo posto nella classifica degli aspiranti primi cittadini, a due terzi delle sezioni scrutinate, c’è l’ex leghista ed ex grillino Gianluigi Paragone, leader di Italexit, candidato sindaco dichiaratamente "no green pass", che raggranella il 3,05% e si piazza prima della manager pentastellata.

Gli altri nove candidati sindaco, singolarmente, non raggiungono mai il 2%, praticamente ininfluenti in questa sfida per Palazzo Marino. In ogni caso, al quinto posto, si piazza Gabriele Mariani con l’1,53%, frontman di Milano in Comune (la lista che negli ultimi cinque anni ha visto Basilio Rizzo in Consiglio comunale) e Civica AmbientaLista. Deludente anche il risultato dell’ex assessore comunale ai tempi di Gabriele Albertini, il socialista Giorgio Goggi, che sognava di riportare il Garofano tra gli scranni del Consiglio comunale meneghino. Al settimo posto di questa classifica degli aspiranti sindaci c’è Bianca Tedone (0,58%) di Potere al Popolo seguita da Mauro Festa (0,46%) del Partito Gay. Teodosio De Bonis, esponente del Movimento 3V, no vax e no green pass, raggiunge lo 0,41%. Nella sfida tra comunisti, invece, Marco Muggiani (0,29%) del Partito comunista italiano, decimo in generale, precede Alessandro Pascale (0,28%) del Partito comunista e Natale Azzaretto (0,12%) del Partito comunista dei lavoratori, preceduto da Bryant Biavaschi (0,18%) di Milano inizia qui.

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