Educatori beffati dopo vent’anni: il corso regionale non è parificato alla laurea

Con la recente stretta sui requisiti rischiano di rimanere tagliati fuori dall’albo per educatori professionali, che accettano titoli fino al 1998 e poi solo lauree

IMPASSE Ines Torre lavora come educatrice in un asilo nido

IMPASSE Ines Torre lavora come educatrice in un asilo nido

Milano, 18 luglio 2018 - Per quasi vent’anni hanno lavorato come educatori professionali in asili nido, comunità per persone con disagi psichici, case di riposo o altre strutture pubbliche e private, senza alcun problema. Fino a quando è emerso che le certificazioni ottenute frequentando i corsi di formazione professionali della Regione Lombardia non erano state parificate alla laurea, come era stato invece garantito all’epoca. Con la recente stretta sui requisiti rischiano di rimanere tagliati fuori dall’albo per educatori professionali, che accettano titoli fino al 1998 e poi solo lauree, oltre che da concorsi pubblici. Un problema che solo in Lombardia riguarda oltre duemila ex studenti, diplomati fra il 18 marzo 1999 e il 2003, vittime di un «pasticcio normativo» che fa sentire i suoi effetti ad anni di distanza dalla riforma.

«Chiediamo alla Regione e al ministero di sanare al più presto questa situazione paradossale - spiega Ines Torre, 47enne che lavora in un asilo nido a Gallarate - perché rischiamo di subire seri danni». Ines Torre si era trasferita da Catania a Milano per frequentare il corso di formazione regionale all’Istituto Don Gnocchi, ottenendo il diploma nel 2003, dopo tre anni di lezioni e 30 esami. Quasi subito ha trovato lavoro: per anni non ha sospettato che mancava l’equipollenza fra la sua certificazione e la laurea. «Ci siamo accorti che qualcosa non andava quando una collega ha partecipato a un concorso per un asilo nido del Comune di Milano - racconta - ed è stata espulsa dalla graduatoria con la motivazione che “il titolo non è idoneo”. Ho chiamato il don Gnocchi e mi hanno spiegato che si tratta di un problema di mancata equipollenza, che per tutti questi anni nessuno ci ha mai segnalato. Non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale da parte della Regione o di altri enti».

Il titolo, in sostanza, non è equiparabile a una laurea. Per ricostruire la vicenda bisogna tornare indietro nel tempo, al 1999, quando il ministero della Salute e quello dell’Istruzione abolirono i corsi regionali per educatori professionali stabilendo che la formazione dovesse seguire un percorso universitario, sotto il cappello delle facoltà di Medicina. La Regione Lombardia ottenne una deroga, per coprire il periodo dall’entrata in vigore della legge al varo dei nuovi corsi di laurea. Un periodo di quasi quattro anni, durante il quale gli studenti come Ines Torre hanno continuato a frequentare i corsi regionali con la garanzia - messa nero su bianco - che il loro diploma sarebbe stato parificato alla laurea. «I problemi si presentano per l’obbligo di iscrizione, istituito da poco, all’albo degli educatori - conclude -. Rischiamo di rimanere tagliati fuori dopo aver maturato anni di esperienza sul campo».

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