Edilizia, troppi caduti: "Risorse per i controlli e una patente a punti"

Le richieste inascoltate dei sindacati: strage quotidiana

Edilizia, troppi caduti: "Risorse per i controlli e una patente a punti"

Edilizia, troppi caduti: "Risorse per i controlli e una patente a punti"

Gli infortuni mortali "non sono mai una casualità". Alla base degli incidenti nei cantieri "ci sono spesso cause riconducibili ad esempio all’errata organizzazione del lavoro, all’assenza di formazione, ad una scorretta manutenzione dei macchinari e ai ritmi elevati di produzione". Considerazioni che arrivano dai sindacati milanesi dei lavoratori edili Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, dopo la tragedia avvenuta in via Parravicini, dove l’operaio egiziano di 28 anni Mohammed Ali Fathi Abdelghani ha perso la vita. "Dai primi riscontri è emerso che lavorava per un subappalto nel quale erano assunti altri connazionali – spiegano i sindacati in una nota – alcuni dei quali suoi parenti e ai quali, addolorati, non resta altro che informare i familiari in Egitto". Un incidente che porta i sindacati a ribadire le proposte, messe da tempo sul tavolo e rimaste inascoltate: l’attivazione della patente a punti per "qualificare dal punto di vista della sicurezza l’attività svolta dalle imprese nei cantieri" e l’introduzione del reato di omicidio colposo sul lavoro. "È necessario che l’Ispettorato Territoriale del Lavoro e gli altri enti ispettivi – proseguono – intensifichino i controlli in cantiere, in particolare sull’effettivo svolgimento della formazione in ingresso".

Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ammette che "c’è da fare di più" perché "continuiamo a fare richiami sulla sicurezza però obiettivamente non si fa abbastanza. Mi ricordo quello che avevamo fatto a Expo: non era semplicemente un protocollo, era una vigilanza continua dei lavori. Ora capisco che la complessità di cui stiamo parlando è molto più ampia, però evidentemente c’è qualcosa che non va. Il tema della sicurezza sul lavoro – aggiunge Sala – sta diventando una questione estremamente delicata che esplode a momenti di fronte alle tragedie e poi ci si dimentica. Non può funzionare così". La consigliera regionale del M5s, Paola Pizzighini, annuncia intanto un ordine del giorno al Pirellone per "chiedere maggiore risorse da investire in sicurezza e in particolare per consentire alle singole Ats di assumere nuovi medici del lavoro necessari a sopperire alle gravi carenze di organico che si protraggono ormai da troppo tempo". Misure necessarie perché quest’anno "la Lombardia detiene il triste primato del maggior numero di morti sul lavoro tra le regioni italiane".

I dati confermano un quadro preoccupante. In Lombardia, secondo l’ultimo report Inail, sono state presentate 91.101 denunce di infortunio da gennaio al 31 ottobre. Aumenta l’incidenza degli infortuni accaduti a lavoratori stranieri, in particolar modo nel settore delle costruzioni. Le attività manifatturiere, sanità e assistenza sociale, trasporto e magazzinaggio, sono i settori con più infortuni in occasione di lavoro e altri, tra i quali il settore delle costruzioni, quelli ad aver registrato un aumento delle denunce di infortunio rispetto ai primi dieci mesi del 2022. Crescono dello 0,93% le morti in occasione di lavoro in Lombardia: 108 al 31 ottobre 2023. Sono inoltre 3.193 le malattie professionali denunciate (+19,95%). Si continua a morire spiega Eloisa Dacquino, segretaria Uil Lombardia, "per mancanza di formazione, di protezione, per inosservanza delle norme poste a tutela di chi lavora". La Cgil di Milano invita ad "alzare il livello di guardia, dal momento che abbiamo di fronte le opere delle Olimpiadi 2026". Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, intervenendo sull’infortunio mortale milanese sottolinea che "imprese e istituzioni devono fare molto di più se vogliamo fermare questa carneficina quotidiana".

Andrea Gianni