Ecco gli hotspot per i tamponi rapidi

Due le strutture in capo all’Asst di Melegnano e della Martesana: una a San Giuliano, l’altra a Gorgonzola

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di Alessandra Zanardi

Anche nel Sud-Est Milanese arrivano gli hotspot per il Covid, con l’obiettivo di allentare la pressione sui pronto soccorso. Entrate in funzione da qualche giorno, sono due le strutture di questo tipo in capo all’Asst di Melegnano e della Martesana: una si trova a San Giuliano, ricavata nei locali del distretto sanitario di via Cavour, l’altra è all’interno del Presst di Gorgonzola. Nate dalla collaborazione tra l’azienda socio-sanitaria e alcune cooperative di medici di base, queste postazioni diagnostiche sono pensate per valutare i pazienti attraverso visite e tamponi, indirizzandoli poi verso i percorsi terapeutici più adatti.

"Quando il medico di medicina generale intercetta un paziente con sintomatologia riconducibile al Covid-19 può decidere d’inviarlo agli hotspot. Qui vengono eseguiti un tampone rapido e, in caso di positività, un tampone molecolare, oltre ad altre verifiche, ad esempio il controllo dell’ossigenazione. Chi lo necessita viene indirizzato verso gli approfondimenti radiologici del caso - spiega Angelo Cordone, direttore dell’Asst di Melegnano e della Martesana -. A quel punto si stabilisce chi può essere curato a domicilio e chi invece richiede un’ospedalizzazione. Anche chi si cura a casa viene comunque tenuto sotto controllo attraverso contatti periodici con gli specialisti. Un percorso che, ancora una volta, mette al centro il paziente". Decolla dunque anche nel Sud-Est Milanese una formula già avviata in altre realtà lombarde, quella dei centri diagnostici gestiti da specialisti delle aziende sanitarie in accordo coi medici di famiglia, nell’ottica di una sempre maggiore integrazione fra ospedali e territorio. Gli hotspot, ha dichiarato l’assessore regionale alla sanità Giulio Gallera in occasione dell’avvio delle prime strutture, "rispondono ad un duplice obiettivo: integrare le prestazioni della medicina territoriale con quelle specialistico-ospedaliere offrendo così ai medici di medicina generale un punto di riferimento di prossimità verso cui indirizzare i pazienti che necessitano di un accertamento della patologia da coronavirus". Il paziente può quindi "essere inviato a casa in tele-monitoraggio oppure, se necessario, direttamente al ricovero in reparto saltando quindi il passaggio in pronto soccorso".

Agli hotspot di San Giuliano e Gorgonzola faranno capo anche le Usca (team di medici incaricati di seguire i pazienti covid a domicilio), che verranno attivate a breve.

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