Ecco "Amami ancora" . E l’arte torna a respirare

Al Museo di Arte contemporanea di Lissone idee e colori di Alice Ronchi: "Il titolo? Rievoca una canzone e il legame speciale tra presente e passato" .

Ecco "Amami ancora" . E l’arte torna a respirare

Ecco "Amami ancora" . E l’arte torna a respirare

di Fabio Luongo

Il titolo rievoca una delle canzoni più intense dei Cccp di Giovanni Lindo Ferretti, una preghiera d’amore sul legame che resta tra presente e passato. Gli occhi scorrono invece su disegni e sculture, molte leggere e poetiche, di un’artista che sa scavare nei significati per dare loro nuova forma, come nelle 40 opere proposte da oggi nelle sale del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, messe in relazione e in dialogo con una trentina di tele della Collezione permanente del MAC, dipinti di maestri del ‘900 come De Chirico e Schifano, Dorazio e Perilli, ma anche nomi internazionali come Claude Bellegarde, Cheval-Bertrand e Peter Bruning. E’ quanto propone la mostra "Amami Ancora", una personale dell’artista 34enne Alice Ronchi, origini piacentine ma brianzola d’adozione e milanese d’elezione. L’esposizione, inaugurata ufficialmente ieri sera e visitabile fino al 19 maggio nel museo di viale Elisa Ancona, è il frutto di un percorso d’indagine che Ronchi ha svolto sulla collezione storica del MAC, "stabilendo - raccontano gli organizzatori - un rapporto d’intimità e affezione sia con i partecipanti al Premio Lissone nel periodo 1946-1967, sia con diversi autori le cui creazioni da anni si trovano nei depositi del museo brianzolo".

L’artista ha studiato le opere, i documenti, ha incontrato gli eredi, ha fatto ricerche sul campo: tutto con lo scopo preciso di restituire a quei dipinti e ai loro ideatori "una rinnovata centralità" e la possibilità di tornare in intimità emotiva con lo spettatore. Una scintilla resa concreta e attuale dal dialogo con le creazioni firmate da Ronchi, disegni e sculture in cui hanno un ruolo fondamentale la luce, il colore e la materia. "Il titolo "Amami Ancora" - spiegano dal museo - richiama la necessità delle opere di vivere e di uscire dalla nostalgia che le racchiude nei depositi, per essere nuovamente apprezzate e riscoperte". "Amami Ancora è un progetto le cui radici stanno nel mio cuore da molti anni - ha detto Ronchi tenendo a battesimo l’esposizione -. E’ iniziato anni fa con la ricerca sull’arte del passato: da lì è nata la mia curiosità, che si è trasformata in una forma di rispetto. Seguendo il percorso della mostra ci si incontra in nuove tensioni emotive". "E’ una vera e propria umanizzazione della collezione", ha sottolineato il neo direttore del MAC Stefano Raimondi.