
Irene Pivetti ha realizzato "fittizia interposizione quale acquirente della Only Italia di Hong Kong", un network societario "di assoluta inconsistenza, di inesistenza giuridica e economica", sprovvisto di conto corrente e di personale. La Cassazione “bacchetta“ l’ex presidente della Camera, che di recente si è reinventata manager del sociale, definendo "congrua e priva di criticità" la motivazione con cui fu disposto il sequestro di 3,5 milioni di euro nell’ambito del procedimento - ora in fase di udienza preliminare - che la vede imputata per evasione fiscale e autoriciclaggio, per circa 8 milioni di euro di ricavi sottratti al Fisco.
La Suprema Corte, nelle motivazioni del verdetto di conferma del sequestro, evidenzia che "le plurime rogatorie eseguite hanno consentito di accertare che i flussi finanziari generati" delle società "non sono stati disposti né ricevuti dalle parti contraenti". Per il 25 gennaio è stata fissata l’udienza preliminare, davanti al gup di Milano Fabrizio Filice, a carico di Pivetti è di altri cinque imputati. Al centro dell’indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, coordinata dal pm milanese Giovanni Tarzia, una serie di operazioni commerciali, in particolare la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che sarebbero servite per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali. Tra gli imputati anche il pilota di rally ed ex campione di Gran Turismo Leonardo ‘Leo’ Isolani.
Nell’inchiesta viene ipotizzato un ruolo di intermediazione di Only Italia, società riconducibile a Pivetti, in operazioni del 2016 del Team Racing di Isolani, che voleva nascondere al Fisco (aveva un debito di 5 milioni) alcuni beni, tra cui le tre Ferrari. Una tegola giudiziaria per l’ex presidente della Camera dei Deputati ed ex esponente leghista, 59 anni, che da metà ottobre coordina il ristorante Smack, una mensa sociale del centro sociale di Via Tazzoli a Monza. Una nuova vita da manager del sociale. "Non sono neppure rinviata a giudizio – ha spiegato in un’intervista – però queste cose innescano dei processi mediatici devastanti, la banca ti impedisce di fare qualsiasi cosa. Diventa un inferno. Mi mantengo con i mille euro mensili che mi dà la cooperativa sociale per il lavoro che svolgo alla mensa. Ma non mi lamento".
A.G.