di Barbara Calderola Ottomila residenti, 60 negozi, 4 scuole più un liceo "e solo un medico di famiglia a tempo pieno e uno presente nel quartiere 2 giorni a settimana per poche ore. Non bastano", protesta a San Felice contro la penuria di camici bianchi che "pesa sugli over 60 costretti a trasferte a Segrate o a Pioltello o a Peschiera, il quartiere insiste su tutti e tre i comuni. Una situazione che ha spinto gli abitanti a organizzare una raccolta firme in farmacia da spedire ad Ats e all’ordine professionale. L’iniziativa "è una preghiera di intervento". Una lamentela con stile, ma non per questo meno efficace. Tutti sanno che il problema riguarda l’intero hinterland e in particolare il bacino Melegnano-Martesana, secondo il Comitato Salute della zona infatti, "in questo pezzo di provincia sono scoperti 90mila pazienti", "ecco perché non possiamo rinunciare a fare sentire la nostra voce". Fra le prime ad aderire c’è Cristiana, figlia di Fioravante Pisani, il primo medico condotto del rione negli anni Settanta, scomparso nel 2018. "Chi può cambiare le cose dovrebbe ricordarsi che per i malati il medico di famiglia è il primo punto di riferimento, il volto amico spesso insostituibile anche quando poi gli accertamenti portano altrove". "Il mestiere è cambiato, mi preoccupa anche il fatto che pochi giovani pensino a questa specialità oggi percepita come qualcosa di burocratico, freddo, lontano. Ricordo che a casa mia, da bambina, il telefono cominciava a squillare alle 7 del mattino e papà prendeva la borsa e correva. Allora non c’erano segretarie e appuntamenti, i dottori facevano tutto da soli. Il medico era anche un confidente, curava tutti in famiglia, compresi i bambini. I pediatri non erano contemplati". Adesso invece nella frazione gli anziani sono spesso costretti a spostarsi per farsi prescrivere i medicinali "ma non tutti possono farlo", ...
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