REDAZIONE MILANO

Duemila firme per un Pratone senza cemento

Oltre 2.300 cittadini dicono no alla cementificazione in centro città, vogliono salvare gli ultimi terreni liberi tra il Pratone e il comparto De Gasperi Ovest su cui incombe la costruzione di 800 appartamenti. Sta volando alto la petizione lanciata dal "Comitato Salviamo il Pratone", il prossimo obiettivo fissato dagli organizzatori è raggiungere le 2.500 firme entro il 13 febbraio. "No alle costruzioni su aree vergini, si alla rigenerazione urbana", è lo slogan che da settimane sta risuonando sui social e nelle chat locali, l’obiettivo è salvare la storica aree verde centrale, 90mila metri quadrati di terreno strappato all’edificazione degli ultimi anni.

A rischio 20mila metri quadrati, acquistati da una società romana insieme ai diritti edificatori che le permetteranno di realizzare 800 alloggi nel comparto tra via Gramsci e gli ex lavoratori Eni, entrati nel pacchetto con altri 60mila mq. La battaglia non è impossibile, il Comitato può contare su un precedente: la salvaguardia della Campagnetta, che a suon di battaglie popolari è stata stralciata dal Pgt e vincolata a parco pubblico. "Le nuove case sostituiranno il verde esistente con il cemento – spiegano dal Comitato - e invaderanno il territorio di nuove auto, andando ad aumentare l’inquinamento in un territorio che già sta soffocando nel traffico e nello smog. Chiediamo a gran voce di invertire la rotta e di non consumare gli ultimi fazzoletti di terreno non edificato a San Donato, per opere sia pubbliche che private, in un territorio che negli ultimi 30 anni ha impermeabilizzato quasi otto volte la quantità di suolo che aveva consumato nei secoli precedenti". Per firmare: change.orgsalviamoilpratone.

Patrizia Tossi