
MILANO
Si parte dalla fotografia della Città metropolitana: più di 2.500 chilometri di strade, 380 chilometri di rete ferroviaria e quasi mille chilometri di rete ciclabile, "di cui circa la metà è composta da percorsi nei parchi regionali e quindi ha una valenza plurale, ma più ricreativa che di servizio per gli spostamenti quotidiani". Su 3,9 milioni di spostamenti quotidiani (sola andata), quasi la metà sono interni al comune, il 30% sono intercomunali ed un quarto circa avvengono da e verso altre province, regioni o verso l’estero. Dall’incrocio di questi dati, l’obiettivo: allargare la rete ciclabile, connettendo l’esistente e creando autostrade per le due ruote, affinché siano utilizzate anche dai pendolari, cercando di convincere quel 50% che oggi utilizza l’auto a pedalare. La “mobilità attiva“ – dai dati del dossier di Città Metropolitana – riguarda circa il 15% degli spostamenti totali: 10% a piedi, 5% in bicicletta, nonostante oltre uno spostamento su tre avvenga per distanze inferiori ai 5 chilometri e oltre il 70% sia più breve di 15 chilometri (più della metà degli studenti percorre oggi meno di 5 chilometri per andare a scuola). Di qui la sfida diel biciplan “Cambio“.
Entro il 2035 due milanesi su 10 si sposteranno in bicicletta per raggiungere l’ufficio, la scuola o andare al museo: la stima. Uno su dieci lo farà anche per muoversi da un comune all’altro. Nel “Biciplan“ di Città Metropolitana, l’obiettivo ecologico ma anche la stima dell’impatto socio-economico generato che - sempre puntando al 2035 - "supera il miliardo di euro, di cui oltre 330 milioni per i soli spostamenti intercomunali". Si guarda ora a Monaco di Baviera, alla rete di 100 chilometri berlinese, a Tolosa, Lione e agli obiettivi di Parigi e Londra. Ma, col Pnrr, Milano e la sua metropoli cercano di accelerare, anche per attirare una fetta di cicloturisti, considerando l’attrattività dell’area.
Si.Ba.