
Maria Nadia Di Mauro, mamma di una delle ragazze
Milano, 4 aprile 2019 - Un'intera classe sospesa, per due giorni, e il curriculum personale “macchiato”: nell’aula è spuntato un pezzo di “fumo” e alla richiesta della prof di indicare chi fosse il proprietario, nessuna ha alzato la mano o ha parlato. Succede al Cfp Paullo di via Soderini, centro di formazione professionale di Afol Metropolitana che forma le future estetiste e operatrici del benessere.
I genitori di prima però non ci stanno, non tanto per la sospensione - che era stata anche condivisa dopo una riunione fiume di due ore - quanto per quel curriculum segnato. «Siamo in un istituto professionale di estetica che ha tantissime classi, ogni lezione viene svolta in un’aula diversa, tutti gli alunni frequentano tutte le classi», premette una mamma, Maria Nadia Di Mauro, facendosi portavoce delle famiglie. Il locale in questione è l’aula massaggio. «Le ragazze erano appena entrate quando, muovendo il materassino, lo stupefacente è rotolato a terra - continua la mamma -. Qualcuno può avere nascosto quel pezzo di fumo le ore prima. Però, giustamente, tutti noi genitori siamo stati richiamati dal preside: ci ha detto che non essendosi fatto avanti nessuno aveva preso la decisione di sospendere la classe, per dare un esempio a tutta la scuola, ma che non ci sarebbero state ripercussioni sulle singole alunne. Ed eravamo concordi».
L’episodio non poteva certo passare inosservato, sia per la presenza di hashish a scuola, sia per il silenzio di tutti gli studenti dell’istituto a episodio avvenuto. Ieri mattina è arrivato il provvedimento disciplinare, con la richiesta di una condivisione da parte dei genitori delle 20 alunne. «La docente di massaggio ha trovato sul pavimento del laboratorio una sostanza stupefacente - ricorda la nota -. Nonostante l’invito del direttore e degli insegnanti rivolto alle studentesse affinché emergesse il possessore della sostanza, nessuna di loro ha ammesso la propria responsabilità. L’episodio è un grave comportamento che viola il regolamento scolastico, per questo il consiglio di classe ha richiesto per tutte le allieve una sospensione di due giorni a rotazione in giornate diverse, oltre alla trascrizione del provvedimento sul curriculum professionale di ciascuna alunna». Le ragazze sono scoppiate a piangere. «Abbiamo chiesto loro se erano pronte a sottoporsi al test per capire se facciano uso o meno di sostanze stupefacenti e si sono dette pronte. Anzi, vogliono proprio farlo per fugare ogni dubbio – sottolinea Di Mauro-. Sono primine, meno “sgamate” delle studentesse più grandi, capiamo sia necessario prendere provvedimenti ma cosa succederà quando presenteranno il loro curriculum per uno stage e per iniziare a mettere il primo piede nel mondo del lavoro? Non ci va bene che si prendano loro tutte le colpe per lanciare il messaggio alle altre classi». «Se ci fossero prove sono la prima a dire che le ragazze vanno punite - conclude un’altra mamma, Alessandra Valente – ma la legge ci insegna che nessuno è colpevole fino a prova contraria». Non firmano il provvedimento i genitori delle studentesse. E promettono battaglia: c’è chi si è già rivolto a un avvocato.