La rivolta dei driver: "Consegne di medicine per 13 ore al giorno, basta sfruttamento"

Vertenza pilota nella logistica farmaceutica e richiesta di un tavolo. Il racconto dell’autista: turni massacranti per stipendi sotto i 1.400 euro

La consegna di medicinali è un servizio essenziale

La consegna di medicinali è un servizio essenziale

Milano – Turni di lavoro "massacranti e sottopagati", corse no stop per consegnare medicinali e altri prodotti a farmacie private e comunali, ospedali e presidi sanitari a Milano e in Lombardia. Un servizio pubblico essenziale e fondamentale che nasconderebbe uno sfruttamento del lavoro, secondo le denunce dei driver impiegati da una delle società di trasporti che gestiscono il servizio.

Denunce arrivate anche davanti ai sindacati e alle autorità competenti, con l’apertura di una vertenza e la richiesta di un tavolo sulle condizioni di lavoro nella logistica farmaceutica e per la tutela di trasportatori che, in particolare durante la pandemia, hanno consentito di garantire il costante approvvigionamento dei presidi sanitari. Gli autisti, secondo il racconto di uno dei driver, sarebbero spinti a lavorare fino a 13 ore al giorno, sei giorni alla settimana, per stipendi che si aggirano sui 1.000-1400 euro al mese. Queste condizioni starebbero portando a una fuga di trasportatori, che si licenziano non appena trovano altre occasioni, con un continuo turnover e personale esausto, a rischio di incidenti.

"I dipendenti – spiega il driver che si fa portavoce della protesta dei colleghi – sono in gran parte assunti con un contratto di trenta ore settimanali. Dovrebbero lavorare sei giorni a settimana per cinque ore al giorno, suddivise in due turni: dalle 6 alle 8,30 e dalle 14,30 alle 17. Invece sono attivi per 8, 10, anche 13 ore al giorno". La giornata di consegne parte infatti alle 4 del mattino e prosegue fino alle 11.30. Poi si riparte alle 13.30 per terminare attorno alle 18-19.30, dopo aver macinato chilometri sulle strade della Lombardia, facendo la spola tra gli hub dove vengono stoccati i farmaci e le strutture sanitarie. Ci sono autisti, quindi, che guidano anche per 12-13 ore al giorno, intervallate dalla pausa pranzo. I driver denunciano quindi il "non corretto inquadramento contrattuale delle prestazioni effettuate", ore di lavoro straordinario non riconosciute, maggiorazioni notturne non retribuite e anche problemi nel versamento dei contribuiti ai fine pensionistici.

Dietro c’è, come è già emerso in altri rami della logistica, un risparmio dei costi sfruttando i lavoratori "dell’ultimo miglio" in un settore particolarmente delicato, perché i farmaci devono essere consegnati rispettando standard e corrette modalità di conservazione per evitare rischi per i destinatari finali, cioè i cittadini. Lavoratori che ora hanno deciso di far sentire la loro voce, chiedendo un intervento delle autorità. La nuova vertenza si aggiunge ai tanti fronti già aperti nella giungla della logistica, dall’e-commerce alla grande distribuzione organizzata.

Una galassia che è anche finita sotto la lente della Procura di Milano, con una serie di inchieste sui cosiddetti "serbatoi di manodopera" che hanno scoperchiato un sistema attraverso il quale grandi aziende si garantiscono "tariffe competitive" sul mercato "appaltando manodopera" in modo irregolare per servizi di logistica e movimento merci.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro