
Esame superato: le procedure di afflusso a San Siro dei tifosi nerazzurri in occasione dell’esordio in Champions League dell’Inter contro il Real Madrid si sono svolte senza intoppi o particolari problemi. Dopo la prima giornata di campionato di serie A, per la quale si erano formate lunghissime code ai tornelli dello stadio, il club ha organizzato al meglio la trafila di accesso e tutti i supporters del team di Inzaghi hanno potuto gremire gli spalti del Meazza in tempo per il fischio d’inizio.
Il debutto europeo è stato seguito da 37mila tifosi, pronti a incitare l’Inter creando un clima incandescente: una Scala del Calcio 100% nerazzurra, considerato che il Real Madrid ha deciso di rinunciare ai poco più di duemila biglietti che gli spettavano. Anche in campo internazionale, l’affluenza è ridotta per il protocollo sanitario in atto e così i biglietti sono andati letteralmente a ruba a tal punto che l’Inter ha deciso di aprire anche il terzo anello blu (al prezzo di 45 euro), solitamente riservato al settore ospiti, cosa che nel match di apertura del campionato non era stato necessario fare. Il comunicato della società volto a sensibilizzare la sua tifoseria ha funzionato: il club aveva infatti invitato tutti a presentarsi agli ingressi con largo anticipo rispetto al calcio di inizio, almeno 90 minuti prima, per agevolare le operazioni di afflusso che comprendono i canonici controlli di sicurezza, la misurazione della temperatura e il check di Green Pass e documento di identità.
Nel piazzale circostante i tornelli d’ingresso si è respirato un clima caloroso fin dal tardo pomeriggio, quando i primi supporters hanno fatto capolino per gustarsi la tradizionale salamella pre-match: cori, bandiere sventolanti e un entusiasmo dilagante hanno fatto da cornice alla marea nerazzurra che si è recata al Mezza, senza causare però disordini o traffico nelle zone limitrofe.
Tanti, invece, i fischi che i tifosi hanno riservato all’arrivo del pullman del Real Madrid. Non è andata come Inter-Genoa, in cui il limite raggiungibile con le disposizioni governative anti-Covid non è stato minimamente raggiunto (ci si era fermati a 27mila spettatori e spiccioli). Era però il 21 agosto, il caldo e le ferie avevano forse influenzato la voglia e la possibilità dei tifosi nerazzurri, sempre presenti in massa anche negli anni più complicati, di farsi vedere allo stadio. Era il primo esperimento vero con il pubblico al Meazza dopo il vuoto dovuto alla pandemia, che ha azzerato le presenze sugli spalti.
Stavolta il pubblico ha risposto alla grande, con 37mila sostenitori pronti a farsi sentire e un incasso superiore ai 3 milioni di euro. Quel che è rimasto uguale è stato il distanziamento all’interno dello stadio, che si è visto fino a un certo punto. I tifosi, alle balaustre per sostenere e guardare da vicino i propri beniamini già al momento del riscaldamento, non hanno rispettato l’obbligo di restare al proprio posto, poche le mascherine indossate correttamente.
I cori dalla Curva Nord, particolarmente nella fascia centrale il settore (ma era preventivabile) dove meno si è notato lo spazio prestabilito tra un tifoso e l’altro, evitando quindi la disposizione "a scacchiera". Gli striscioni, in compenso, ci sono tutti. Ai loro posti. Gli Inter Club avevano minacciato di non esporli per protestare contro la gestione dei tagliandi in vista della prima gara stagionale di Champions, ma una riunione con i dirigenti del club lunedì mattina ha scongiurato la possibilità di un San Siro spoglio, senza i simboli della presenza del tifo. Sarebbe stata una mancanza importante per il colpo d’occhio, in una partita di questo richiamo, con broadcaster da tutto il mondo. Non sarebbe stato Inter-Real Madrid. La Champions League. Nella Scala del calcio.
Ilaria Checchi
Mattia Todisco