Anastasio
Melchiorre Cavaitano ha trovato un tetto. Ha abbandonato il container nel quale abitava ormai da 4 anni, un container privo di corrente elettrica, acqua e gas, un container nel quale pioveva dentro, per trasferirsi in un posto pulito, riscaldato e con tutto il necessario per vivere. Melchiorre ha trovato pure un lavoro che lo occupa per qualche ora al giorno. A dargli l’uno e l’altro, un tetto e un lavoro, è stato il Comitato della Croce Rossa di Agrate Brianza e, in particolare, la volontaria Tina Americo e il commissario Marco Guernelli.
Abbiamo riportato la storia di Melchiorre il 5 novembre scorso, 10 giorni fa, grazie alla segnalazione di Gabriella Scrimeri, coordinatrice infermieristica e presidente dell’associazione “Le Ali di Leonardo“, attraverso la quale, insieme ad altri 7 infermieri, si prende cura gratuitamente degli inquilini delle case popolari e, in generale, di chi ha bisogno, grazie ai due piccoli ambulatori aperti in altrettante periferie della città: al Calvairate-Molise e a Ponte Lambro. È proprio a Ponte Lambro che Scrimieri si è imbattuta in Melchiorre, 69 anni, nato in Sicilia ma trasferitosi a Sesto San Giovanni già da bambino, al seguito del padre che era stato assunto alla Breda, storica azienda di treni e macchine agricole. In quelle officine, una volta cresciuto, troverà posto anche lui: "Nel 1976 sono stato assunto come autista di mezzi meccanici, avevo preso la patente per guidare i treni e li portavo da una parte all’altra delle officine", ha raccontato. Dopo 8 anni alla Breda, la decisione di cambiare lavoro: "Mi ero sposato, avevo due figli e mi serviva uno stipendio più alto così iniziai a fare il camionista, un lavoro che mi piaceva molto, andavo ovunque servisse: dalla Slovenia alla Russia". Ad un certo punto, però, nel settore entrano le cooperative e la qualità dei contratti e della retribuzione cala.
Non basta. "Tra il 2004 e il 2005 sono stato costretto a separarmi da mia moglie. E ho perso tutto: ho perso la casa nella quale avevo investito i risparmi e la liquidazione, ho perso i rapporti coi figli". L’ultimo colpo della sorte è stato l’incidente stradale del 2018: "Mi sono rotto torace, costole e il metatarso del piede. Non ero più in grado di lavorare, non potevo guidare. E mi hanno lasciato a casa". Un anno più tardi, nel 2019, Melchiorre inizia a vivere in strada: "Non avendo più uno stipendio, non riuscivo a pagare l’affitto: mi hanno sfrattato". Da allora non ha più avuto una casa. Il giorno in cui è diventato pensionato lo ricorda senza esitazioni: "Il 23 dicembre del 2021". Ha una pensione di 970 euro.
Da 4 anni a questa parte, come anticipato, Melchiorre viveva in un container senza riscaldamento, senza corrente elettrica, senza acqua. Una sistemazione precaria: una volta passato dicembre non avrebbe più avuto neppure quel container nel quale stare. Ma anche pericolosa: le sue condizioni di salute sono sempre più complicate, sempre meno compatibili con la vita in un posto nel quale entrano pioggia e freddo. "La prima volta che gli sono stati misurati i parametri vitali – ha raccontato Scrimieri –, aveva la pressione a 200: un valore da allarme". Durante la visita è emerso anche altro: "Melchiorre – prosegue Scrimieri – ha rantoli polmonari che fanno supporre stia covando una broncopolmonite. Ha un’ulcera a rischio setticemia al piede, può essere si tratti di un piede diabetico".
Nell’ultimo finesettimana, ecco la soluzione. Una volta appresa la storia di Melchiorre, il Comitato della Croce Rossa di Agrate ha deciso di attivarsi: "Un volontario – racconta Americo – ci ha fatto presente che avremmo potuto destinare a Melchiorre un prefabbricato dotato di riscaldamento e bagno, letto e scrivania, all’interno della nostra sede. Ci siamo trovati tutti d’accordo e nel giro di 48 ore abbiamo pulito e allestito il prefabbricato. Quanto alla cucina, Melchiorre può usare quella della nostra sede, accanto al prefabbricato". Ma è successo anche di più: "Melchiorre è diventato un nostro volontario e gli abbiamo affidato una piccola mansione retribuita: fare da custode della nostra sede per due ore al giorno – fa sapere Americo –. In questo finesettimana, intanto, si è già dato da fare. Con grande disponibilità ci sta dando una mano per allestire il tradizionale Villaggio di Natale". "Siamo contenti: ora Melchiorre ha un viso sereno come non lo avevo mai visto da quando lo conosco" sottolinea Scrimieri. Potrà restare nella sede del Comitato per 6 mesi, nel frattempo si potrà cercare una soluzione definitiva: una casa popolare, ad esempio.