Turismo, agricoltura, cooperazione. Dopo 24 anni il Parco Adda Nord ha un piano regolatore "al passo con il nuovo contesto socio-economico". La pubblicazione sul Burl, il bollettino ufficiale della Regione, sancisce la fine di un percorso lunghissimo, avviato all’approvazione nel 2016 con il vecchio consiglio di gestione. Ma il piano territoriale di coordinamento si era arenato sulle vicende giudiziarie, che coinvolsero l’ente, e poi con il commissariamento, a partire dall’ottobre del 2017. Due anni dopo, un nuovo impulso con l’arrivo dell’attuale consiglio. Un tavolo di consultazione con i sindaci dei 37 Comuni consorziati e poi l’avvio dell’iter di stesura, proseguito senza interruzioni nel 2020 e 2021, nonostante la pandemia.
L’ultimo passo prima dell’adozione era stato il via libera alla valutazione ambientale strategica. Fra i cardini del documento, la salvaguardia del patrimonio naturalistico, della biodiversità e del paesaggio, la valorizzazione delle connessioni con altri polmoni verdi, la possibile promozione di azioni rigenerative "dei luoghi e delle infrastrutture dimesse, sottoutilizzate o degradate", la protezione delle aree agricole, l’attenzione a progetti di collegamento fra le due sponde e un’importante azione per la promozione turistico-ricettiva della zona fluviale, "che consenta e incoraggi la fruizione, senza procurare danno all’ecosistema".
Mancava solo il via libera del Pirellone, arrivato venerdì con l’emanazione su quella che è la gazzetta ufficiale lombarda. Il piano, cuore dell’attività della riserva, elenca principi, obiettivi e strategie per centrarli: lo scopo è quello di conservare e consegnare al futuro il patrimonio naturale e il capitale sociale che rappresenta attraverso la salvaguardia ambientale. "Valorizzare la collaborazione fra Comuni" non farà altro che proseguire una strada già tracciata nell’ultimo quinquennio. "Inserirlo nel piano è una presa di responsabilità importante nei confronti degli enti locali e dei cittadini", sottolineano a Villa Gina, sede dell’oasi. Un altro passo avanti, dopo l’acquisto della sede: a maggio la riserva con 1,6 milioni versati al Comune hacomprato, infatti, parte della dimora sul fiume che l’ha ospitata per più di 30 anni in comodato d’uso.