Milano, bloccata dai vigili: manganellate e spray urticante. La Procura apre un’inchiesta

L’accusa è di “lesioni aggravate dall’abuso della pubblica funzione”. La scena è stata immortalata in un video amatoriale

Milano, 25 maggio 2023 – La Procura di Milano ha aperto un fascicolo aperto con l’accusa di “lesioni aggravate dall’abuso della pubblica funzione”: vittima delle lesioni una transessuale di 41 anni ripresa in un video amatoriale, in cui vengono immortalati quattro agenti della polizia locale che si avventano su di lei e la colpiscono ripetutamente e violentemente con manganelli e calci, la immobilizzano con spray al peperoncino e poi la ammanettano. A riempire di contenuti il fascicolo, aperto dall’aggiunto Tiziana Siciliano, saranno gli atti di identificazione degli agenti coinvolti che subito dopo saranno iscritti a vario titolo nel registro degli indagati.

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Ma non c’è solo l’inchiesta della Procura. Ce n’è una interna alla polizia locale per chiarire tutta la dinamica di quanto accaduto, mercoledì mattina, da via Giacosa in zona Parco Trotter a via Pietro Custodi, zona Bocconi. La relazione finale in cui confluirà anche la denuncia a piede libero che i vigili hanno formalizzato nei confronti della transessuale per "resistenza a pubblico ufficiale” andrà ad integrare il fascicolo aperto dalla Siciliano e ad aggiungere un tassello necessario a chiarire il quadro dell’aggressione.

Il caos, le testate e il finto malore

Tutto è iniziato in via Giacosa, nei pressi della scuola del Trotter: alcuni genitori di alunni hanno segnalato la presenza di una donna – transessuale brasiliana – molesta, che si denudava in mezzo alla strada e urlava frasi senza senso. All'arrivo degli agenti, ha iniziato ad inveire anche contro di loro: “Vi infetto, ho l’Aids”. La trans è stata messa a fatica in macchina per essere accompagnata in via Custodi, all'ufficio centrale arresti e fermi della polizia locale, con un'altra pattuglia di supporto. Nel corso del tragitto, ha cominciato a dare testate, ferendosi alla testa, e ha provato ad autolesionarsi con le pinzette per i capelli. Poi, un finto malore. I ghisa hanno così deciso di fermarsi per controllare le sue condizioni, ma appena uno dei due ha aperto la portiera posteriore destra, la trans ha dato un violento calcio ed è uscita; si è trovata davanti l'altro agente e ha rifilato anche a lui un calcio. Poi è scappata a piedi fino al luogo dove è stata fermata.

Il video 

Proprio la parte finale, quando la donna viene fermata, è stata ripresa nel video: si vede un agente usare lo spray urticante per bloccare la trans, mentre un suo collega si avvicina e la colpisce con diverse manganellate, prima di ammanettarla. La 41enne non è stata arrestata, ma denunciata per resistenza a pubblico ufficiale. Sarebbero stati due agenti della Locale ad “infierire“ sulla 41enne, che ha precedenti specifici, risalenti al 2010 per resistenza.

Bagarre politica

Inevitabili le reazioni politiche. La prima, quella del sindaco di Milano Giuseppe Sala: “Mi sembra un fatto veramente grave. Non è certo una bella immagine. Però per potere formalmente intervenire è necessario che la polizia locale faccia una relazione; nelle more di questa relazione i vigili in questione sono stati messi in servizi interni” ha aggiunto, prefigurando due strade percorribili: “Prendere provvedimenti come ad esempio la sospensione o anche arrivare a fare una denuncia da parte nostra all’autorità giudiziaria”.

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Poi l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli: “Ho chiesto alla Polizia Locale di fare massima luce. Quanto sappiamo al momento è che gli agenti che erano in servizio alle scuole hanno ricevuto una richiesta di aiuto da alcuni genitori perché una persona mostrava atteggiamenti molesti”. Un fatto che va oltre Milano: “Porteremo il caso in Aula. Le immagini che si vedono sono gravissime e non devono lasciare indifferenti, perché usare i manganelli, soprattutto in quella maniera, è vietato", ha sottolienato la senatrice di Alleanza Verdi Sinistra Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano Cucchi, ucciso a Roma il 22 ottobre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare.

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