CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Martello e rogo a Malpensa, il perché della follia di Aboubakar Traoré: voleva vendicarsi per un volo negato verso l’Arabia

Il 28enne era stato bloccato per il passaporto contraffatto. Ieri è comparso in Tribunale a Busto Arsizio davanti al giudice monocratico Cristina Ceffa, che ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere

Il rogo appiccato da Aboubakar Traoré

Il rogo appiccato da Aboubakar Traoré

Malpensa (Varese), 22 agosto 2025 –  Rimane in carcere Aboubakar Traoré, il ventottenne che l’altra mattina ha appiccato un incendio nell’area check-in del Terminal 1. Il maliano, fermato dagli agenti della Polaria, è accusato di danneggiamento aggravato. Ieri è comparso in Tribunale a Busto Arsizio davanti al giudice monocratico Cristina Ceffa, che ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere ritenendo concreti sia il rischio di fuga sia la reiterazione del reato.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, il gesto sarebbe maturato in un clima di rancore e desiderio di vendetta nei confronti dello scalo. Il 16 agosto il ventottenne era stato denunciato per danneggiamento dopo aver infranto con un martello una vetrina in aeroporto. In quell’occasione aveva cercato di imbarcarsi su un volo diretto in Arabia Saudita, ma i controlli della Polizia di Frontiera avevano rilevato che il suo passaporto era contraffatto. Da quel momento ha maturato un forte risentimento nei confronti delle autorità aeroportuali, fino a progettare un atto dimostrativo. L’altra mattina, armato di una bottiglia riempita di benzina e di un martello, è tornato a Malpensa. Davanti a decine di viaggiatori in coda, ha cosparso di carburante i desk per poi darvi fuoco. Intanto colpiva col martello i monitor del check-in, scatenando il panico. Molti passeggeri hanno creduto di trovarsi a fronteggiare un attentato. Nel parapiglia il giovane ha colpito gli operatori ma è stato immobilizzato fino all’arrivo della Polaria, che ha constatato il suo stato di alterazione e lo ha portato in una cella di sicurezza.

Aboubakar Traoré non è un terrorista né un kamikaze. È forse solo un giovane la cui fragilità è esplosa l’altra mattina. Originario del Mali, è regolare in Italia con un permesso di soggiorno per protezione internazionale sussidiaria. Una forma di tutela concessa a chi non ha i requisiti da rifugiato politico ma non può essere rimpatriato perché nel Paese d’origine rischierebbe la pena di morte, torture o la minaccia alla vita. La vita lo ha spinto ai margini. Ventiquattr’ore prima dell’attacco a Malpensa era stato fermato a Milano dopo aver sfondato con un martello la vetrina di un negozio: denuncia, passaggio al Pronto soccorso del Niguarda e fuga.