
Don Chisciotte: follia, mistero, poesia
Un sognatore. Un avventuriero. Un idealista, certo. La parte ancora pura del nostro sguardo. O forse solo la più coraggiosa, impermeabile alla disfatta e ai compromessi, a due passi dalla follia eppure così profondamente a contatto con il mistero. La poesia. Personaggio meraviglioso “Don Chisciotte“. Che qui esce dalle pagine di Cervantes per trasformarsi in teatro, grazie all’adattamento di Francesco Niccolini. Progetto che la scorsa stagione a Milano era stato interrotto a causa del Covid. E che ora torna fino a domenica al Manzoni, proprio per recuperare la settimana di repliche saltate. In scena sempre loro: Serra Yilmaz e Alessio Boni, con quest’ultimo a firmare anche la regia del lavoro insieme a Roberto Aldorasi e Marcello Prayer. "Non è una tragedia, non è Medea – spiegava Boni al debutto –. Si potrebbe definire un’esplosione di ironia, di immagini, di metafore scritte da un genio. È utopico, non ci poteva essere momento migliore per portarlo a teatro. Don Chisciotte è un uomo che a furia di leggere romanzi ha deciso di andare per il mondo a cercare di rimetterlo in sesto. La società è fuori dai cardini e lui l’aggiusta. Non lo fa per potere o denaro ma solo per vivere in un posto più sano ed onesto. Vorrei un nonno con quella testa". Diego Vincenti