REDAZIONE MILANO

Studente morto in gita a Milano, 5 mesi senza verità: gli scienziati chiedono altro tempo

Solo a fine mese il genetista Marzio Capra, il tossicologo Luca Sironi e l’anatomo-patologo Giulio Giovannetti dovrebbero consegnare ai magistrati l’esito definitivo della loro fatica. Poche le certezze emerse sinora dalle indagini di Mario Consani e Anna Giorgi FOTO - Tragedia in hotel a Bruzzano / La vittima Domenico Maurantonio

Domenico Maurantonio il giovane liceale padovano precipitato da un hotel a Milano

Milano, 11 ottobre settembre 2015 - Cinque mesi e nessuna verità sulla morte di Domenico Maurantonio. I consulenti tecnico-scientifici hanno chiesto altro tempo. Le risposte ai quesiti posti loro dagli inquirenti già non bastano più, sembrano non bastare mai a chi continua a sperare di poter dare una logica a quel volo apparentemente senza senso di uno studente 19enne caduto da un finestra al quinto piano di un albergo. E dunque solo a fine mese il genetista Marzio Capra, il tossicologo Luca Sironi e l’anatomo-patologo Giulio Giovannetti dovrebbero consegnare ai magistrati l’esito definitivo della loro fatica. Poche le certezze emerse sinora dalle indagini sulla morte del ragazzo in gita scolastica a Milano per Expo insieme ai compagni di scuola del liceo Ippolito Nievo di Padova. 

Quando precipitò da quel davanzale dell’Hotel da Vinci di Bruzzano, la mattina del 10 maggio scorso all’alba, era stato certamente male di stomaco. Lo provano le tracce fecali che Domenico lasciò un po’ dappertutto nel corridoio del piano e sul davanzale. Una dissenteria provocata forse dall’alcol ingerito o da un lassativo messo per scherzo nel suo bicchiere.  Comunque sia, quella notte il giovane aveva bevuto in compagnia dei suoi amici fino a poco prima di finire di sotto. È credibile che Domenico, dopo essere crollato sul letto quasi all’alba con due compagni (un terzo era in un altro letto), si sia alzato pochi minuti dopo senza che nessuno sentisse nulla? <EN>

E poi: come c’è finito il giovane sul davanzale del «Da Vinci », da solo o con l’aiuto di qualcuno? E se non era solo, perché nessuno l’ha fermato prima che cadesse giù? D’altra parte, tutti i compagni di classe di Domenico (e pure quelli dell’altra sezione che erano in gita a Milano) sono stati interrogati uno per uno subito dopo i fatti dal pm di turno Claudio Gittardi. E lo sono stati di nuovo, recentemente, da parte dei magistrati subentrati a Gittardi nell’inchiesta: il pm Giancarla Serafini e il procuratore aggiunto Alberto Nobili. Nessun aiuto dalle deposizioni: nessuno avrebbe visto nulla. Anche dallo studio scientifico della traiettoria di caduta, gli inquirenti si attendono un aiuto. E dall’analisi dei lividi sul cadavere, valutati uno per uno sulla compatibilità con lo schianto a terra. E di chi sono le tracce di dna che Domenico aveva sotto le unghie?

di Mario Consani e Anna Giorgi