Dolce&Gabbana contro Diet Prada A maggio la sentenza sui 4 milioni

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Dolce e Gabbana hanno identificato un “capro espiatorio“ per il disastro economico della campagna comunicativa sugli ormai famigerati cannoli “esportati“ maldestramente in Cina che non si potevano mangiare con le bacchette.

La querela per diffamazione è stata presentata dalla notissima griffe al tribunale di Milano contro “Diet Prada“ che, a loro dire, sarebbe responsabile per danni economici e morali in seguito ai servizi giornalistici formulati intorno al video promozionale pubblicato dal brand D&G nel 2018. Il video in questione, accusava i due creativi di razzismo nei confronti della comunità cinese. Il soggetto del filmato era una modella asiatica alle prese con del cibo italiano, ma che non riusciva a mangiare, per via delle bacchette. “Diet Prada“ era stato il primo media a sottolineare gli stereotipi e i preconcetti razziali inclusi nel video.

Il brand aveva dovuto anche cancellare lo show in programma a Shanghai perdendo milioni di euro. "Abbiamo presentato la difesa della nostra libertà di parola in risposta alle accuse di diffamazione portate presso il Tribunale di Milano da Dolce & Gabbana", ha scritto nei giorni scorsi Diet Prada su Instagram. Il 18 maggio la parola passa al giudice della prima sezione civile del Tribunale di Milano Valentina Boroni. Dolce& Gabbana, assistiti dagli avvocati Francesca Gesualdi e Ferdinando Emanuele, chiedono danni per 3 milioni di euro e 1 milione per Stefano Gabbana.

Anna Giorgi

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